Nella metropoli romana le condizioni di vita, come nel resto del Paese, sono peggiorate costantemente. La politica conservatrice delle Giunte che si sono succedute hanno risposto sempre e solo alle richieste dei poteri forti. Per fare degli esempi, di seguito riporto tre questioni centrali: la cementificazione, la nocività e la mobilità.
Il Piano Regolatore Generale, approvato nel 2008 dalla Giunta Veltroni, ha previsto 70 milioni di mc con alcune cicche come le compensazioni, e gli accordi di programma. Pensate che il Prg precedente, quello del 1965, prevedeva cubature per 5 milioni di abitanti, ma oggi Roma ha meno di 3 milioni di abitanti, quindi il nuovo PRG ha moltiplicato inutilmente il cemento, mangiando ulteriore agro romano per favorire la vorace rendita fondiaria dei palazzinari. Ancora una volta i cittadini rimangono a “bocca asciutta” aspettando le agognate infrastrutture per i servizi e il verde attrezzato. La Giunta Alemanno non fu da meno e prima di chiudere la consiliatura, presentò ben 64 delibere per ulteriori 23 milioni di mc. Ricordiamo che anche la Giunta Regionale della Polverini approvò il cosi detto “Piano Casa” che peggiorò ulteriormente la situazione.
Solo la mobilitazione dei Comitati e delle Associazioni di base, che presidiarono per 4 mesi il Campidoglio, riusci a ridurre fortemente il danno e passarono solo alcune delibere comunque impattanti. Arriviamo alla nuova Giunta Marino e di nuovo si ripropone lo stesso copione. Difatti in Commissione con una maggioranza trasversale (PD/PDL) veniva approvata la delibera di Casal Giudeo per 1,3 milioni di mc. Mentre l’Assessore Caudo aveva promesso di non riproporre le delibere di Alemanno, i servitori istituzionali dei costruttori, agivano diversamente. Dobbiamo comunque sottolineare che Caudo ha riaffermato la necessità di attuare il PRG di Veltroni e di considerare le cubature del PRG come diritti edificatori e non come dovrebbero essere, cioè delle mere previsioni urbanistiche. Siamo alle solite: starà di nuovo ai cittadini organizzati dal basso nei Comitati e coordinati nella Conferenza Urbanistica Partecipata rilanciare l’opposizione, chiedere l’immediata moratoria e la modificata del PRG compatibile con le esigenze della comunità metropolitana e in particolare della sua sterminata periferia.
Le Giunte Rutelli/Veltroni/Alemanno/Marino che si sono succedute dal ’93 ad oggi, non attivando la raccolta differenziata spinta, ma puntando sull’incenerimento, hanno ingrassato il monopolista Cerroni, proprietario della mega cloaca che è la discarica di Malagrotta. Dopo essere incappati in varie infrazioni della Comunità Europea, da due anni, tra un Commissario di Governo e un’altro, si è tentato di continuare con la diffusione delle nocività, mettendo sul piatto varie località dove scaricare i rifiuti indifferenziati e costruendo inceneritori: Fiumicino, Riano, Corcolle, Monti dell’Ortaccio, Albano, Falcognana e ora Bracciano, per non parlare dei tentativi fatti nelle altre provincie del Lazio. Ognuno di questi siti ha visto la ribellione della popolazione che si è autorganizzata nei Comitati Rifiuti Zero e no inc., dando vita a manifestazioni, blocchi stradali e presidi. Lo slogan netto è chiaro è “nè qui, nè altrove!”, “no alle discariche e agli inceneritori, si la raccolta differenziata”.
Per quanto riguarda la mobilità, è sotto gli occhi di tutti la drammatica situazione. Milioni di ore si perdono ogni anno per rimanere imbottigliati nel traffico. Per non parlare dell’inquinamento atmosferico e acustico che porta con sè malattie e morte, oltre ai morti per incidenti stradali che vede Roma ai primi posti. Le politiche delle amministrazioni hanno peggiorato la situazione attirando ulteriori auto private con la programmazione di oltre 90mila posti auto interrati (PUP), la costruzione della piastra sopra la Stazione Termini, che sarà un parcheggio di oltre mille posti auto e il solito centro commerciale. La tratta nel centro storico della metro C oltre alla lievitazione vertiginosa dei costi, sta devastando aree pregiate e monumentali. Il Patto di Mutuo Soccorso per la mobilità nel Lazio formato da C.A.L.M.A., No Corridoio, Comitato Fuoripista, Comitati dei pendolari, opponendosi ha rilanciato proposte di buon senso come la costituzione di una Agenzia Unica del Trasporto Pubblico Regionale per rendere più efficiente e unitaria la gestione e la programmazione, la chiusura dell’anello ferroviario e parcheggi di scambio nelle sue prossimità, una rete tranviaria di superficie con corsie preferenziali, potenziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL) e della rete ferroviaria regionale. Anche sulle grandi opere inutili le comunità locali si scontrano contro i Governi e le Giunte Regionali, ecoresistendo da anni alla devastante autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e al raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino.
Questi movimenti articolati e apparentemente separati, si stanno unendo, come hanno fatto nella manifestazione contro tutte le devastazioni, facendo così si possono rafforzare a vicenda e costituire una ricchezza sociale, una forza critica e di massa contro tutti i poteri forti, siano essi Caltagirone, Benetton, Cerroni e le istituzioni a loro subalterne, sia di centro sinistra che di centro destra. Una occasione per rilanciare anche su scala nazionale la mobilitazione risiede nello sciopero generale del 18/10 promosso dal sindacalismo conflittuale e di base e nel corteo del 19/10 che partirà da p.zza S. Giovanni nella quale confluiranno tra gli altri, i movimenti NOTAV, NOMUOS, NOCORRIDOIO, NOTAVFIRENZE, NODALMOLIN, per il diritto all’abitare, per il diritto di cittadinanza agli immigrati, oltre alle stesse organizzazioni sindacali già menzionate. Per questo la partecipazione dei Comitati contro le nocività, la cementificazione e per una mobilità ecocompatibile rappresenta un momento importante e unitario delle lotte per il lavoro e per l’ambiente contro il capitale che schiaccia e sfrutta gli uomini e le donne delle metropoli, trattandoli come merce ed esercitando un dominio opprimente.
* Consiglio Metropolitano di Roma
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