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Napoli. Tutti in piazza contro Renzi e il decreto “sblocca Italia”

>Contro il decreto sblocca/Italia, contro la passerella di Matteo Renzi a Napoli:

il 7 Novembre, a Napoli, tutti in piazza contro il governo.

 Per il prossimo venerdì 7 novembre è prevista, a Napoli, una nuova visita del premier Matteo Renzi la quale dovrebbe suggellare l’autentica porcata – riguardante l’area di Bagnoli – contenuta nel Decreto 133/2014 meglio conosciuto come Sblocca Italia.

Come è noto nell’articolo 33 di detto decreto è previsto l’esautoramento autoritario dell’ente Comune dalla gestione dei suoli riguardanti il futuro urbanistico/territoriale di Bagnoli e l’imposizione di un (ennesimo) Commissario governativo che potrà operare in spregio a tutte le norme generali di tutela ambientale e fuori dai vincoli contenuti nel vigente Piano Regolatore.

Una riproposizione, quindi, della logica del commissariamento che proprio a Napoli ed in Campania ha prodotto, in diversi comparti, enormi disastri ed una profonda involuzione autoritaria nella ordinaria legislazione.

In realtà il governo Renzi – dal 14 agosto scorso quando effettuò una veloce e contestata visita a Napoli – ha concesso una sorta di via libera ai poteri forti economici (Caltagirone e Cementir in testa) i quali scalpitano all’idea di poter mettere le mani sui suoli dell’ex Italsider, sull’ultimo lembo libero di litorale cittadino, sulla riserva di Nisida e sul complesso degli affari che afferiscono al futuro prossimo di Bagnoli ed all’intera area flegrea.

Non si spiegherebbero altrimenti le lodi sperticate verso questo Decreto governativo da parte dei vertici della Confindustria partenopea, del sempre presente ed immarcescibile Paolo Cirino Pomicino, del quotidiano “il Mattino” e del suo interessato editore, della famelica destra napoletana e dei settori rampanti del PD i quali scalpitano per rientrare nel vortice degli affari e della speculazione finanziaria ed immobiliare a scala metropolitana.

E’ evidente che tale provvedimento governativo – presentato demagogicamente da Renzi come uno strumento di presunta modernizzazione delle procedure miranti a superare l’impasse e tutti i fallimenti che i passati governi e le passate amministrazioni locali hanno accumulato in questi anni – si può configurare e tendenzialmente giustificare anche grazie agli scandali ed alle autentiche ruberie che le passate amministrazioni regionali e comunali hanno accumulato su questa vicenda che si trascina da almeno 15 anni dall’indomani della chiusura dello stabilimento Italsider.

La colossale truffa della società di trasformazione urbana Bagnoli Futura, il caso Fintecna, la disinvolta ed inquietante gestione de La Città della Scienza, la vergogna della colmata a mare che doveva essere rimossa da anni e la mancata bonifica dei suoli avvelenati sono i tasselli di un puzzle criminale in cui si sono intrecciati interessi finanziari, appetiti speculativi, gestioni clientelari, sperpero di fondi pubblici e vere proprie collusioni con i sistemi camorristici e malavitosi.

Bene, quindi, hanno fatto le associazioni ambientaliste non compatibilizzate, i comitati di scopo, i centri sociali e le organizzazioni anticapitaliste a mettere in campo, da diverse settimane, una campagna di denuncia e di mobilitazione contro lo Sblocca Italia e contro le conseguenze antisociali che questa normativa comporterà per Bagnoli e per tutta l’area metropolitana napoletana.

Infatti in occasione dell’annunciata passerella mediatica di Matteo Renzi a Napoli è previsto per venerdì 7 novembre un Corteo con concentramento alle ore 9,30 da Piazzale Tecchio per contestare la politica economica e sociale del governo ed ogni tentativo di mistificazione attorno alla vicenda Bagnoli e l’affaire delle grandi opere.

Ma la mobilitazione del 7 novembre a Napoli la quale segue le altre riuscite giornate di lotta cittadine (dal corteo del 2 ottobre contro il vertice della BCE, allo sciopero studentesco del 10 ottobre, allo sciopero generale dell’Unione Sindacale di Base del 24 ottobre scorso) è anche un momento di articolazione politica e programmatica che vedrà nella giornata del 14 novembre, in occasione dello Sciopero Sociale una nuova e più diffusa mobilitazione nei posti di lavoro e nei territori.

In questo contesto come Rete dei Comunisti sosteniamo ogni iniziativa tesa al coinvolgimento politico ed organizzativo dei settori sociali popolari (il Blocco Sociale) che pagano sulla propria pelle le conseguenze materiali delle politiche dell’Unione Europea e del governo Renzi.

Questa attitudine politica e militante si materializza nella consapevolezza che la ripresa di un nuovo e più avanzato ciclo di lotte operaie e popolari potrà declinarsi a condizione di prendere atto collettivamente del cambio di passo che i poteri forti del capitale, la borghesia continentale ed il capitalismo tricolore hanno prodotto negli ultimi tempi di cui la stessa azione del governo Renzi è una esemplificazione operante.

Del resto gli avvenimenti delle ultime settimane sollecitano, anche per costruire una prospettiva politica alle mobilitazioni di questo autunno, una riflessione a tutto tondo che come RdC abbiamo sollecitato all’insieme dei compagni, degli attivisti, delle organizzazioni del sindacalismo conflittuale e dei movimenti di lotta (http://www.retedeicomunisti.org/index.php/editoriali/616-avviso-ai-naviganti-nella-lotta-di-classe).

Non sarà, quindi, indifferente lo svolgimento e la riuscita della giornata di lotta napoletana la quale, in ogni caso, costituirà un ulteriore tassello della costruzione di una organizzata opposizione politica e sociale ai diktat della Trojka, al governo Renzi ed alle politiche di manomissione urbanistiche ed ambientali del territorio contenute nel famigerato decreto Sblocca Italia.

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