La Rete No War condanna nel modo più fermo l’inizio di una nuova avventura militare che il governo Renzi intende attuare in spregio all’articolo 11 della nostra Costituzione e – al solito – senza consultare il Parlamento, né le Commissioni parlamentari.
L’invio in Iraq di una squadriglia di aerei da combattimento, come i Tornado, fa entrare l’Italia di nuovo in guerra dopo quelle contro la Libia e quella ancora in corso in Afghanistan.
Inoltre assai ambigue ed oscure risultano essere le reali finalità di questa guerra. La motivazione ufficiale è quella di partecipare ad una coalizione che combatte l’ISIS, coalizione di cui però fanno parte stati, come l’Arabia Saudita il Qatar e gli USA, che hanno in passato creato e finanziato l’ISIS e altre formazioni estremiste e terroristiche, o che continuano a finanziare e sostenere tali formazioni, apertamente come la Turchia, o sotto banco come l’Arabia Saudita.
Ben fondata è l’ipotesi che il vero scopo di questa operazione sia interferire pesantemente nella politica interna di stati sovrani come Iraq e Siria e sabotare e porre ostacoli alle uniche forze che finora hanno combattuto efficacemente l’ISIS e gli altri gruppi estremisti, come il Governo e l’Esercito Nazionale della Siria e le formazioni kurde affiliate o simpatizzanti del PKK (considerate invece da USA e UE come “terroriste”).
Per sconfiggere i terroristi non serve bombardare. Devono invece essere eliminate le complicità e chiusi i canali – peraltro già ben noti – attraverso cui l’ISIS e altre formazioni estremiste ricevono armi e rifornimenti e vendono il petrolio dei pozzi occupati. Di fatto finora i bombardamenti sono serviti sostanzialmente solo a distruggere importanti infrastrutture in Siria ed Iraq, essenziali per la sopravvivenza stessa di quei paesi.
La Rete No War invita tutti i parlamentari amanti della legalità e della pace ad opporsi a questo ulteriore disegno bellico dalle ambigue finalità, come sembra sia stato fatto finora solo dai parlamentari di 5Stelle, cui va in questo caso tutta la nostra solidarietà.
Rete No War
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa