Giugliano la terza città della Campania per numero di abitanti il cui Comune è commissariato da circa due anni per infiltrazioni camorristiche si avvia verso l’elezione amministrativa del prossimo mese di maggio.
Giugliano è una città che è stata stuprata, violentata e devastata dal connubio politico-mafioso camorristico.
La sua terra negli ultimi trent’anni ha ingoiato in discariche “legali” ed “illegali” tonnellate e tonnellate di rifiuti.
Rifiuti provenienti da ogni parte d’Italia ed essenzialmente da siti industriali, pertanto altamente tossici e nocivi che stanno determinando con l’avvelenamento della intera zona la crescita del tasso di mortalità della popolazione con un alto livello esponenziale.
Milioni di balle di rifiuti (definite eufemisticamente eco/balle) accatastate per accordo tra gruppi bancari ed imprenditori al fine di un business di accaparramento degli incentivi statali aspettano per essere incenerite un inceneritore che si vorrebbe costruire in spregio alla già avvenuta devastazione ambientale del territorio.
Tutto ciò mentre indagini parlamentari, con l’ausilio della procura di Napoli e di illustri geologi, hanno sentenziato che questa terra da qui a quarant’anni subirà la desertificazione completa, ovvero non avrà più vita. Un disastro che comporterà la compromissione totale ed irreversibile della falda acquifera.
Come se non bastasse il territorio di Giugliano ospita apparati ricetrasmittenti della Nato altamente inquinanti per l’emissione di onde elettromagnetiche che si somma al pericolo di rappresentare un bersaglio militare in possibili e attualissimi scenari di guerra.
Su tali problematiche le forze politiche in campo per le prossime elezioni comunali non mostrano alcuno approfondimento al fine di un vero dibattito nella città ma mostrano attraverso un aspro scontro tra soggetti e i loro aggregati affaristici e speculativi, una esigenza finalizzata esclusivamente ai fini della riperpetuazione di tali lobby.
Quest’ultimo aspetto, ovviamente, non sempre slegato alla rappresentanza di gruppi che per diversi aspetti si apprestano a ricontrollare la città dopo la pausa del commissariamento.
Purtroppo a Giugliano non emerge, seppure esiste in maniera diffusa, una soggettività politica che si assume il compito dello scontro a tutto campo con quanti si sono resi responsabili dello scempio giuglianese e che ancora attraverso le cronache di queste ultime settimane concorrono a mettere di nuovo le mani sulla città.
In questo quadro la vicenda Poziello (l’esponente del PD vincitore delle primarie e rinviato a giudizio per “associazione a delinquere”) fa implodere gli assetti precostituiti della politica giuglianese nell’affrontare la campagna elettorale.
Verso il nome di Antonio Poziello sono stati dirottati circa diecimila voti espressi. Già qui abbiamo un numero di voti che non giustificherebbe il reale potenziale elettorale del PD a Giugliano. C’è chi ipotizza una confluenza di voti di compagini elettoralistiche “diverse” verso un soggetto in grado di fare “sintesi”.
Ma con il vincitore delle primarie del PD in ogni caso comincia il balletto delle dichiarazioni, sia di soggetti individuali che di vari coaguli cosiddette formazioni civiche per essere pronti ad apparentarsi per un possibile posto di rappresentanza della Casa Comunale. In tale Non si escluderebbero riferimenti provenienti per conto di soggettività della destra giuglianese verso il disinvolto candidato del PD.
Ma proprio negli ultimi giorni arriva la tegola giudiziaria.
A Poziello viene notificato un provvedimento di rinvio a giudizio per associazione a delinquere per fatti risalenti al 2008 (un imbroglio ascrivibile alla realizzazione di Corsi di Formazione quando il buon Poziello era impegnato nello staff dell’Assessore Regionale al Lavoro dell’amministrazione di Bassolino) con una prima udienza fissata per il prossimo 15 maggio nel pieno della prossima campagna elettorale.
Tale “imprevisto” scompiglia il dato che si dava per certo: Antonio Poziello prossimo Sindaco di Giugliano.
Una canea si agita pro e/o contro Poziello.
Da un lato supporters del circolo locale con attestati di stima e dall’altro lato, la posizione del riferimento parlamentare del Pd di Giugliano che si è posto in una dinamica di assoluto scontro fino alla decisione dell’annullamento delle primarie per ordine gerarchico del partito. Quest’ultimo provvedimento è commentato dal Poziello: “andrò avanti ad ogni costo”!
E’ iniziata, quindi, una ricomposizione di nuovi assetti elettoralistici con un apporto di uomini ed interessi provenienti dalla destra, pronti a nuovi e trasversali posizionamenti politici.
Ma il PD con il suo provvedimento “moralizzatore” può assurgere al compito di essere interprete della cosiddetta buona politica.
Il partito di Renzi è quello che attualmente sia a livello nazionale che in Campania ha il maggiore numero dei propri esponenti indagati per malaffare?
E’ utile ricordare che solo nell’ambito della provincia di Napoli il PD ha indagati non solo a Giugliano ma anche a Pomigliano, ad Ercolano, a Castellamare e ad Ischia.
Inchieste diversificate dove non si escludono risvolti nazionali come nel caso di Ischia dove si palesa il coinvolgimento dei vertici nazionali del partito e della Lega delle Cooperative.
Sullo stesso candidato alla Presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca, pesa una condanna per abuso di ufficio.
La vicenda di Giugliano – non tanto riferita al caso specifico di Antonio Poziello ma alla specificità omologante della moderna rappresentanza della politica borghese – non costituisce un corpo estraneo all’interno delle modalità di funzionamento del sistema di potere e di comando.
Tale fenomenologia è parte integrante della degenerazione politica che assume aspetti sempre più drammatici ed antisociali.
Quello che si produce a Giugliano, come altrove, è direttamente conseguenza delle politiche di massacro sociale e di svolta autoritaria della società.
E non un caso accidentale che ampi settori popolari a Giugliano, come in tutto il paese, si allontanano sempre più dal protagonismo politico estraniandosi dal voto e dai processi di partecipazione ufficiali. Incoraggia, però, che a fronte di tale situazione generale, negli ultimi anni, abbiamo partecipato, attraverso varie forme di comitati e movimenti, ad una ripresa delle mobilitazioni e del conflitto su vari aspetti delle condizioni di vita e di lavoro dei settori popolari.
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