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23 settembre, Bagnoli arriva a Roma: “cacciamo Renzi”

Che il 23 Settembre sia anche un ulteriore ed importante momento per riscaldare questo autunno ed unificare le lotte, dalle mobilitazioni contro le politiche di guerra alle resistenze territoriali delle nostre metropoli e periferie, dalle mobilitazioni dei lavoratori della logistica fino a tutte le vertenze del lavoro e non lavoro, dai comitati in difesa dei territori ai movimenti di lotta per la casa e mobilitazioni studentesche.

Per opporsi alle politiche europee di guerra, devastazione ambientale, saccheggio, precarietà sociale oggi portate avanti dal governo Renzi.

Per respingere un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento dell'uomo e della natura, basato sul profitto e la speculazione e costruirne uno nuovo basato sui bisogni sociali, giustizia sociale ed economia di comunità.

Per la messa in sicurezza dei territori contro grandi opere, grandi eventi e politiche di emergenza commissariali.

FACCIAMO APPELLO A TUTTI GLI/LE ABITANTI DI BAGNOLI E DI NAPOLI, A TUTTE LE FORZE, ASSOCIAZIONI, COMITATI, ORGANIZZAZIONI POLITICHE E SOCIALI, SINGOLI ABITANTI DELLE CITTA'

CONTRO IL COMMISSARIAMENTO DI BAGNOLI!

SFIDUCIAMO DAL BASSO IL GOVERNO RENZI!

Per questo ora è il momento di non fermarsi e reagire con forza continuando con iniziative di massa che diano un colpo al governo Renzi su uno dei fronti in cui il governo ed il PD hanno provato a metterci la faccia e non solo, un colpo come momento di ricomposizione e rilancio a livello nazionale delle vertenze settoriali e delle lotte in corso sui singoli territori, un momento che può diventare il paradigma per una decisa protesta nazionale che affondi e sfiduci dal basso il governo Renzi in vista anche della scandenza referendaria di Ottobre.

Bagnoli in questi anni ha rappresentato un forte fronte di mobilitazione ed opposizione al governo, un fronte di unità delle lotte sociali ed ambientali contro il governo Renzi che ha riempito le piazze di centinaia e migliaia di uomini e donne provando a prendere parola e promuovere mobilitazione in tutte le forme e sedi possibili.

Bagnoli è la sintesi di un violento attacco alle procedure democratiche per il governo del territorio ed al patrimonio urbanistico ed ambientale del nostro paese. Inserendosi nel solco della peggiore destra neoliberista, il governo Renzi avvia lo smantellamento delle norme che presiedono alla tutela del territorio, considerate un ostacolo al dispiegamento degli interessi del partito del cemento, dai costruttori alla finanza speculativa.

L'attacco su Bagnoli rappresenta in pieno la sintesi del reticolato più complessivo di misure e politiche dei governi nazionali di attacco ai territori: svendita del patrimonio immobiliare pubblico, deregolamentazione degli interventi edilizi, rilancio indiscriminato delle ‘grandi opere’, incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione immobiliare, promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, proliferazione di gasdotti e gassificatori.

Ma è soprattutto un attacco politico ai movimenti popolari ed ai comitati di base: con il pretesto di superare i veti del ‘fondamentalismo ambientalista’ che bloccherebbe il paese, si vuole stroncare ogni critica di massa a questo pernicioso modello di sviluppo capitalistico, ogni resistenza popolare alle politiche liberiste.

A differenza di quello che anche la stampa e la narrazione ufficiale ha tentato di fare lo scontro in atto a Bagnoli ed in generale a Napoli non riguarda l'amministrazione De Magistris ed il governo Renzi.

Siamo dinanzi ad un attacco tutto interno alla logica politica che ispira tutte le controriforme in corso da tempo sul lavoro, la scuola, la casa, il governo del territorio, i servizi locali. Dal Jobs act alla Buona scuola, dalla legge Lupi sull’urbanistica al Piano casa, l’obiettivo delle corporazioni economico-finanziarie nazionali ed europee che reggono i fili del governo Renzi è uno solo: far pagare la crisi alle classi popolari, impossessandosi dei beni pubblici e stroncando ogni forma di reale opposizione dal basso.

In questo museo degli orrori spicca l’articolo 33, modificato più volte, che detta procedure straordinarie per interventi di rigenerazione urbana ed ambientale, inizialmente pensato per l’ex area industriale napoletana di Bagnoli e successivamente esteso all’intero territorio nazionale.

Con un provvedimento senza precedenti, i cittadini, le assemblee elettive locali e gli organi di controllo statali sono espropriati del diritto di pianificare il territorio di loro competenza, che viene affidato ad un commissario governativo-podestà: sarà questi, insieme ad un soggetto attuatore unico costituito da istituti finanziari, costruttori e proprietà immobiliare, a decidere i destini delle aree considerate “di interesse nazionale” per andare in deroga ai piani urbanistici e norme di tutela ambientale.

A pochi mesi dal referendum costituzionale inutile dire che si tratta di misure apertamente anticostituzionali, pensate ad hoc per promuovere la speculazione edilizia sull’ultima grande area libera del litorale urbano di Napoli; laddove, cancellando la grande spiaggia pubblica balneabile ed il parco verde di 130 ettari previsti dagli strumenti urbanistici, si intende realizzare un mostruoso complesso portuale-residenziale-alberghiero.

Anche a Bagnoli l'obiettivo politico del decreto è annientare l'opposizione dei gruppi di base, che in questi anni hanno puntualmente denunciato le inefficienze della bonifica, arginando le ricorrenti manovre speculative e gli interessi affaristici che da tempo sabotano l’attuazione del piano urbanistico.

Dietro il governo Renzi ci sono le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica. Ci sono i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida.

C’è l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata con denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco. A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele del Pd, col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione.

Lo “Sblocca Italia” e le scelte del governo non producono lavoro e sviluppo ma precarietà sociale ed ambientale, devastando i territori e la democrazia, assestando un colpo pesantissimo alle condizioni di vita delle classi popolari.

E' un'operazione politica autoritaria, che testimonia la saldatura di interessi tra le centrali del potere economico-finanziario e le politiche del governo Renzi e del Pd.

Ma purtroppo per il Pd e per il governo in questi anni a Napoli e non solo c'è chi ha resistito ed ha svelato questo disegno criminale. Chi ha opposto a questo disegno assemblee popolari, mobilitazioni conflittuali ed importanti in città, momenti di informazione partecipati, scontri di piazza e scontri politici, iniziative, approfondimenti, dibattiti, contestazioni che hanno occupato la scena politica e hanno provato a irrompere nei processi che poteri forti e governi avrebbero voluto portare avanti.

Inoltre anche se in questi anni non è stato quello istituzionale il nostro terreno di azione, piaccia o meno, la sconfitta del PD proprio nella "roccaforte" di Bagnoli a Napoli insieme alle altre forze e partiti politici tradizionali, quindi delle coalizioni e partiti dell'austerity e di governo, è una sconfitta che parla nello stesso tempo di un consenso generalizzato alle battaglie e lotte contro le politiche del governo Renzi, le politiche di austerità, precarietà, tagli e sacrifici fino al consenso politico sulla questione Bagnoli, l'opposizione all'imposizione del commissariamento dietro il quale si nascondono i poteri che da anni denunciamo e un nuovo modello di sviluppo che asfalti il partito del cemento, dei costruttori, della speculazione, dell'inquinamento, dei profitti imprenditoriali dei poteri locali e non.

Insomma una sconfitta storica a Bagnoli/Fuorigrotta del PD con una debacle evidente nella sua roccaforte storica ma in generale, dopo 5 anni di acuirsi della crisi, di tutti i partiti tradizionali. Una sconfitta che invece ha premiato dall'altra parte un meccanismo comunicativo basato sui temi dell'autonomia, del riscatto, dell'onestà, delle città ribelli, della mobilitazione e delle assemblee popolari.

Che il 23 Settembre sia anche un ulteriore ed importante momento per riscaldare questo autunno ed unificare le lotte, dalle mobilitazioni contro le politiche di guerra alle resistenze territoriali delle nostre metropoli e periferie, dalle mobilitazioni dei lavoratori della logistica fino a tutte le vertenze del lavoro e non lavoro, dai comitati in difesa dei territori ai movimenti di lotta per la casa e mobilitazioni studentesche.

Per opporsi alle politiche europee di guerra, devastazione ambientale, saccheggio, precarietà sociale oggi portate avanti dal governo Renzi.

Per respingere un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento dell'uomo e della natura, basato sul profitto e la speculazione e costruirne uno nuovo basato sui bisogni sociali, giustizia sociale ed economia di comunità.

Per la messa in sicurezza dei territori contro grandi opere, grandi eventi e politiche di emergenza commissariali.

Per pretendere l'avvio immediato dei processi di bonifica reale, e non quelli farsa come l'imminente operazione spreca soldi della manutenzione degli Arenili Nord, la discussione del piano alternativo per Bagnoli sulla base dei temi, proposte e principii oramai consolidati in anni di lotte e mobilitazioni: chi ha inquinato paghi, bonifiche reali, nuova economia di comunità, spiaggia pubblica, parco urbano, lavoro stabile, utile e sicuro, servizi e spazi sociali.

Contro la situazione di Bagnoli ed in generale del territorio flegreo, le politiche di abbandono, sfruttamento, smantellamento di servizi, disoccupazione e precarietà sociale, saccheggio e devastazione della nostra terra, mascherate oggi dietro questo oramai più che illegittimo commissariamento di Bagnoli già più volte smascherato.

Per dare voce alle nuove forme di organizzazione sociale che mettono in discussione il sistema istituzionale tradizionale, ribalta il processo di decisionalità dando voce e potere a chi voce non ha mai avuto, nella costruzione di una alternativa dal basso che parla di nuove forme di governo del territorio.

Per pretendere l'avvio immediato dei processi di bonifica reale, e non quelli farsa come l'imminente operazione spreca soldi della manutenzione degli Arenili Nord, la discussione del piano alternativo per Bagnoli sulla base dei temi, proposte e prinicipi oramai consolidati in anni di lotte e mobilitazioni: una nuova economia e sviluppo di comunità: ambiente, vivibilità, lavoro stabile e sicuro, reddito, spazi, servizi sociali (sanità, scuola, trasporti), chi ha inquinato paghi, bonifiche reali, spiaggia pubblica, parco urbano.

ASSEMBLEA POPOLARE – BAGNOLI LIBERA

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