Dopo Eleonora di Majo e Assise Popolare di Bagnoli, un nuovo contributo sulla vicenda Bagnoli da parte del Laboratorio Comunista Casamatta di Napoli
La parola d’ordine del movimento Bagnoli Libera rispetto all’intesa raggiunta tra governo, regione e comune sulla bonifica di Bagnoli è stata quella di tenere il fiato sul collo a tutti gli attori istituzionali, dal governo centrale alle amministrazioni locali. Una parola d’ordine che riteniamo più che legittima. Troppe volte le promesse si sono trasformate in bidoni a partire da 30 anni a questa parte su Bagnoli.
Cosa c’è da festeggiare in una firma che ha tutta l’aria di essere un accordo politico tra amministrazione e governo?
Il Sindaco De Magistris e i suoi vice hanno narrato in queste ore che l’intesa su Bagnoli che è stata firmata oggi a Napoli deve essere considerata una vittoria per i movimenti di lotta napoletani, perché, a detta loro, le rivendicazioni agitate in questi anni saranno soddisfatte in pieno da quest’accordo: spiaggia libera, parco urbano, rimozione della colmata, indietreggiamento della Città della Scienza, del Circolo Ilva, ecc. Ma cos’è che invece non va e suscita molti dubbi e sospetti? Lo hanno detto in tanti e il nostro collettivo, che aderisce al movimento Bagnoli Libera, fa pienamente sue le perplessità che emergono sull’intesa tra governo, regione e comune. Quello che non va in è in primis il metodo usato per realizzare questa intesa: non c’è stato nessun coinvolgimento dei movimenti del quartiere e della città nella costruzione del suddetto accordo, che di fatto è stato annunciato a cose fatte (la firma è pura formalità). Alla faccia della democrazia partecipativa, diretta e popolare!
L’intesa su Bagnoli è un ulteriore dimostrazione di quanto si stia ampliando sempre più il distacco tra amministrazione e base sociale, mettendo a nudo il fatto che quello che andava raccontando De Magistris, a partire dalla fase del “sindaco di strada”, sulla Napoli “città ribelle” – passando per i comizi di fuoco durante la campagna elettorale del 2016 – era solo pura retorica. Non a caso, non si sentono oggi più pronunciare da De Magistris parole come “potere popolare”, “rivoluzione”, e tutto quell’insieme di frasi vuote a proposito di una presunta discontinuità col governo centrale e le sue politiche di austerità.
Anche nel merito dell’intesa oggi siglata constatiamo alcune criticità gravi. Intanto il Sindaco e la sua amministrazione, con questo accordo, abbandonano completamente la lotta allo Sblocca Italia e al commissariamento di Bagnoli, che era il principale oggetto della contesa rispetto alle pretese del governo su Napoli. La lotta contro il commissariamento di Bagnoli era stata uno dei principali obiettivi di quel radicato movimento popolare sviluppatosi nel quartiere, soprattutto durante il governo Renzi. Con quest’accordo invece non si mette più in discussione l’esproprio al comune di sovranità sul territorio; la battaglia sulla legittimità o meno da parte del governo a commissariare Bagnoli è stata demandata ormai alla corte costituzionale. In sostanza, il comune non avrà alcun potere decisionale sull’ex area Italsider – la cui bonifica rimane in mano al governo – il che non garantisce affatto che la bonifica di Bagnoli sarà portata a termine senza ulteriori speculazioni da parte del grande capitale, con i suoi volti noti sul territorio a partire da Caltagirone. Il potere sul SIN (sito di interesse nazionale) di Bagnoli resta tutto in mano al governo e al commissario Nastasi, che di fatto con questa intesa legittima pienamente il suo ruolo.
Qual è allora la vittoria che l’intero arco istituzionale va paventando?
Il comune va a firmare un’intesa che dice tutto, ma non dice niente: le clausole sociali che si potrebbero strappare per i disoccupati del territorio, sono nulla rispetto al fiume di denaro che andrà ad arricchire le solite aziende appaltatrici; la legittima rivendicazione dei disoccupati di un lavoro stabile e sicuro ancora una volta cadrà nel vuoto. Intanto, il prezzo da pagare per i bagnolesi e i napoletani è l’esproprio di Nisida, dove si prevede la costruzione di un mega porto, progetto che ci sembra mettere in discussione la stessa possibilità di esistenza di quella spiaggia pubblica che viene progettata nell’accordo su Bagnoli.
A questo punto, è inevitabile riflettere su quale amministrazione ci troviamo di fronte; i risultati dell’amministrazione De Magistris non possono essere valutati solo in relazione all’intesa sulla bonifica di Bagnoli, ma vanno considerati tanti altri aspetti: ci riferiamo in primo luogo alla questione dell’ex area NATO, dove si lottizza ai privati tenendo concretamente fuori le esigenze del quartiere; della Mostra D’Oltremare, che ha ormai assorbito uno dei pochi parchi fruibili alla popolazione (parco Robinson), che paradossalmente ai tempi dell’odiata amministrazione PD era aperto e gratuito, mentre ora è aperto al pubblico solo a pagamento. Questo tanto per restare ad alcune questioni che attengono strettamente al territorio di Bagnoli. Ma poi ci sarebbe la questione più generale della città metropolitana: il bilancio che questa amministrazione ha approvato non sembra avere nulla di diverso dai metodi delle vecchie amministrazioni supine alle politiche di austerità imposte dal governo centrale, e che hanno portato, tanto per fare un esempio lampante, all’assurda mannaia sul trasporto pubblico le cui corse vengono costantemente ridotte, mentre i biglietti diventano più cari per gli utenti.
Alla luce dei recenti avvenimenti in città e dell’intesa raggiunta su Bagnoli, una riflessione collettiva è necessaria. La palla sulla vicenda Bagnoli e su tutta la città deve assolutamente tornare in mano ai movimenti. La lotta non può fermarsi qui, bisogna ripartire dalle posizioni raggiunte finora, e uno degli ambiti su cui intervenire da subito sarà quello del controllo popolare sulle bonifiche. Ma un vero controllo popolare presuppone il rilancio di un lavoro territoriale di maggiore coinvolgimento degli abitanti e dei settori sociali più disagiati: perché si possano realizzare le istanze popolari a livello territoriale e nella città, occorre costruire una vera forza dal basso riprendendo là dove abbiamo di fatto lasciato l’esperienza delle assemblee popolari.
L’accordo firmato questa mattina è un arretramento della giunta De Magistris, un deporre le armi rispetto al governo che con una nuova tattica, fatta di menzogne – probabilmente fatta di ricatti sulla situazione finanziaria del comune – prova a rilanciare su Bagnoli progetti speculativi forti, con lo specchietto delle allodole degli obiettivi rivendicati dai movimenti. La popolazione di Bagnoli, i proletari e i disoccupati di questo quartiere, le famiglie colpite dalle morti da inquinamento, i lavoratori e i precari sfruttati nell’industria della movida, non possono accontentarsi di questo. La bonifica deve essere reale e portare lavoro stabile e sicuro, ogni ulteriore speculazione si Bagnoli sarà contrastata con tutti i mezzi necessari.
Non un passo indietro, stiamogli col fiato sul collo per davvero! Laboratorio Comunista Casamatta, 19/07/2017
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