Ho visto parte dell’iniziativa di sabato ed in particolare l’intervento finale del sindaco.
In questo anni di incontri e discussioni credo di aver imparato a capire quello che realmente pensa non solo dalle parole ma sopratutto dal non-verbale e dal para-verbale .
Luigi sabato non aveva il “fuoco” negli occhi, quello che lo caratterizza quando è convinto di essere sulla strada giusta.
Mentre parlava scrutava la platea come se stesse cercando qualcuno.
Sono certo che cercava anche noi di Potere al Popolo ma sopratutto prendeva coscienza del fatto che davanti a lui c’era solo un piccolo pezzo incapace di dare gambe al suo progetto.
Non è facile capire Luigi, io almeno ci ho messo un bel po’ di tempo. Non è stato semplice perché sfugge alle classificazioni tradizionali. Non è uno che viene dal movimento e non è neanche un politico tradizionale della cosiddetta “sinistra radicale”. Questo fa sì che con lui i soliti codici non funzionano. Non di rado le sue parole e le sue azioni ti disorientano e sembrano prive di una qualche logica tanto da farlo apparire schizofrenico.
In realtà è un impulsivo che difficilmente basa le sue decisioni sul solo calcolo politico.
È un uomo un po’ estremo con grandi qualità ma anche con grandi difetti.
È profondamente onesto, non da un punto di vista meramente formale ma bensì, cosa più rara, anche in senso intellettuale. È determinato e non guarda in faccia a nessuno. È carismatico al punto da essere capace di entrare in un bar dove tutti lo odiano e uscire un quarto d’ora dopo tra gli applausi. È molto intelligente ma non è furbo e questo a volte più che un pregio è un difetto. È uno che non si risparmia e lavora anche troppo rischiando talvolta di perdere di lucidità.
I difetti invece derivano per lo più dalla sua formazione e dalla sua storia professionale. È estremamente centrato su se stesso e non riesce a essere parte di un collettivo. Non è un organizzatore e non sa fare gioco di squadra. È abituato a fare come in magistratura ovvero a gestire piccoli gruppi fortemente gerarchizzati dove lui si trova al vertice. Non è capace di far crescere coloro che sono intorno a se. Non si fida quasi di nessuno.
Essenzialmente gli manca la dimensione collettiva.
Quando è diventato sindaco dietro non aveva un organizzazione e in questi anni pur sforzandosi non è riuscito a crearne una degna di questo nome. A causa del suo carattere i più capaci, quelli che pensano con la loro testa si sono progressivamente allontanati o non si sono mai avvicinati. Si è così trovato circondato da una serie di adulatori e di opportunisti. Proprio questa composizione, predominante nel gruppo dirigente di Dema, ha determinato l’assurda impostazione dell’iniziativa di sabato.
Sono certo che anche le relazioni con le varie anime della sinistra così come i rapporti internazionali non sono stati gestiti da De Magistris in prima persona ma dal suo entourage che spesso è andato oltre il proprio mandato. Tanto per chiarirci mi riferisco ad esempio al rapporto con Diem. Quando Varoufakis dice che avevano un patto per costruire un soggetto politico a giugno secondo me dice il vero ma sono altrettanto sicuro che tale accordo non sia stato stipulato da Luigi che invece ne era all’oscuro.
Dicasi lo stesso per i rapporti con i vari partitini della sinistra radicale. Luigi non ha e non avrebbe mai messo bocca nelle vicende di Potere al Popolo ma alcuni dei suoi hanno concordato con Rifondazione le mosse per depotenziare Pap quando hanno capito che non era controllabile. Anche le assurde condizioni poste per il nostro intervento non sono farina del suo sacco e se lo conosco si sarà anche incazzato per questo.
Non dico queste cose per assolvere Luigi dalle sue responsabilità. Difatti pur non essendo stato lui a fare materialmente gli errori e le porcate purtroppo è comunque tenuto a rispondere dell’operato delle donne e degli uomini che ha scelto. Però non voglio neanche che ne esca un immagine distorta, da politicante quale non è. Sopratutto nel giudicare bisogna tener presente l’ambiente e le condizioni in cui si trova ad operare. Amministra in sostanziale solitudine una delle città più difficili d’Europa e lo fa senza soldi. Ha contro praticamente tutti nelle istituzioni da quelle nazionali a quelle periferiche.
Per gli stessi motivi sopra elencati ha una maggioranza in consiglio comunale assolutamente inadeguata e dilaniata da guerre intestine. Anche il resto della giunta tranne piccole eccezioni è composta da gente che non condivide veramente le idee di Luigi ma a cui lui non può rinunciare perché per amministrare servono anche competenze e conoscenza della macchina amministrativa.
Insomma governa bene in una situazione quasi impossibile ed è per questo che non posso avercela con lui nonostante le azioni dei suoi.
Queste ultime settimane per noi sono state toste e sono convinto che lo sono state anche per il “nostro” sindaco. Anche a livello emotivo le cose non sono state semplici. Luigi sa che noi dell’Ex-Opg siamo tra i suoi pochi veri amici. Gli amici, infatti, non sono quelli che ti danno sempre ragione, che ripetono continuamente che sei bello e bravo ma sono quelli che se la pensano diversamente, se fai una cazzata, se sbagli te lo dicono senza giri di parole. L’amicizia vera è disinteressata e noi a Luigi non abbiamo mai chiesto nulla.
A quest’ora qualcuno di noi poteva sedere in consiglio comunale e in qualche municipalità ma abbiamo preferito fare il Controllo Popolare fuori ai seggi perché la priorità era impedire che poteri forti della nostra città, ovvero padroni e camorristi, condizionassero il voto. Potevano essere assessori in municipalità o addirittura avere delle deleghe in giunta. Roba che i più avrebbero venduto l’anima al diavolo per cariche di questo tipo ma noi no. La nostra stella polare sono sempre gli interessi delle classi popolari e certe cose le avremmo fatte solo se fossero state effettivamente utili per gli sfruttati della nostra città.
Non è un caso che Luigi parla sempre della nostra comunità quando va in giro per l’Italia e la porta ad esempio.
Con noi è sempre stato leale, rispettoso della nostra autonomia e non ha mai tentato di cooptarci.
Poiché so che è un uomo intelligente, sono convinto che non è rimasto indifferente a quanto accaduto in questi giorni. L’iniziativa di sabato e il come si è arrivati ad essa sono stati un test importante i cui risultati saranno da lui attentamente valutati in vista di una sua possibile candidatura.
Infine non posso evitare di fare cenno a quella che probabilmente è, nel percorso promosso da Dema, la maggiore criticità: la questione di genere.
All’interno di Potere al Popolo in molte e molti si sono arrabbiati per l’intervista di De Magistris a L’Espresso. Su questo c’è poco da dire perché hanno assolutamente ragione. Purtroppo non si tratta di un episodio isolato perché la stessa iniziativa al Teatro Italia testimonia in modo evidente tale problematica: una presidenza composta esclusivamente da uomini e solo 6 interventi di donne sui 26 totali!
A tal proposito è stato significativo l’intervento di Marcello Belotti di Catalunya en Comú – Podem che con tono molto piccato ha cominciato così:
“prima di iniziare volevo dire una cosa importante che in Spagna, a Barcellona abbiamo fatto: non è possibile che su 20 interventi ci sono state solo 2 donne! Lo dico da uomo: mi piacerebbe chiamarmi Marcella però purtroppo mi chiamo Marcello! Dobbiamo rivedere delle cose, in Spagna ci siamo riusciti: 50 e 50, punto! Innanzitutto vi porto il saluto affettuoso delle nostre tre coordinatrici…”
Una vera e propria sberla da parte di chi obiettivamente sta molto più avanti su questi temi e non può credere che in Italia accadano ancora cose di questo genere.
Luigi, come tutti noi compagni, deve assolutamente fare tesoro di queste critiche, mettere se stesso e il suo movimento in discussione al fine di innescare un processo di reale emancipazione da una mentalità, un atteggiamento, una pratica patriarcale e machista.
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