La polarizzazione falsa e bugiarda che ha distrutto politica e democrazia in Italia – europeisti contro sovranisti, “finta sinistra” contro “vera destra” – ora colpisce anche la salute, con la divisione tra emergenzialisti e negazionisti.
Io che ho vissuto a Brescia la pandemia disprezzo i negazionisti quando sono solo ignoranti e arroganti, li odio quando sono in chiara malafede. Ma questo non mi fa rientrare nel campo dei fanatici dello stato di emergenza.
Che contesto allo stesso modo perché ricordo quando qui a Brescia ed in Lombardia i parchi erano chiusi e le fabbriche aperte e quando nel paese non solo la Confindustria, ma anche le autorità condannavano chi scioperava per la salute e la vita.
Lo stato di emergenza è sparare cannonate per disinfettare gli ospedali, concede dei poteri speciali a chi comanda, poteri che nei fatti vengono a sostituire le misure necessarie ad agire sul piano della salute pubblica.
Ed infatti nonostante questi superpoteri non c’è stata in Italia un’autorità che abbia proclamato vere e totali zone rosse a Bergamo e Brescia, che se fatte in tempo avrebbero evitato tante morti.
Stupisce poi che a sei mesi dalla proclamazione del primo stato di emergenza il governo non sia stato capace di definire, discutendoli e facendole votare in Parlamento, tutti i protocolli ed i comportamenti delle autorità e dei cittadini necessari a contrastare ogni diffondersi della pandemia. Che è destinata a durare, con tutto il suo male, purtroppo come dimostrano tutti i dati nel mondo.
Se si deve convivere con un virus che continuerà a colpire e da cui bisogna imparare a difenderci, anche dopo il 15 ottobre, quando scadrà il nuovo stato di emergenza, allora bisogna definire nuove modalità di organizzazione della vita, fondate sulla priorità della tutela della salute e sulla sanità pubblica.
Bisogna contare sulla democrazia, sulla responsabilità e sulla partecipazione delle persone, non sulla loro deresponsabilizzazione con lo stato di emergenza, che colpisce libertà e diritti necessari anche a combattere la pandemia e che rappresenta un pericoloso precedente sul piano della stessa conservazione dei principi costituzionali.
In Lombardia abbiamo avuto 17.000 morti Covi. Se in tutta Italia ci fossero stati lo stesso contagio e la stessa letalità della “regione più ricca del paese” i morti sarebbero stati tra i 90 e i 100.000. Sono invece 35.000, e questo vuol dire che i comportamenti delle persone, anche quelli dettati da sacrosanta paura, hanno contribuito a salvare vite.
Ora bisogna trasformare questi comportamenti legati alla paura in coscienza e responsabilità permanenti e proprio per questo lo stato di emergenza non serve, ma serve una politica sanitaria, economica e sociale che metta la salute prima degli affari e dei profitti.
E proprio in nome della coscienza e della responsabilità delle persone bisogna mandare all’inferno tutti i negazionisti.
Abbiamo avuto una ultima loro triste esibizione con Bocelli, Sgarbi e naturalmente Salvini. Costoro non difendono nessuna libertà, ma il pregiudizio ed il menefreghismo. Tutti i fatti del mondo contraddicono le loro fesserie da terrapiattisti, ma essi, come Bolsonaro come Trump, lo sanno benissimo. Ad essi infatti non interessa nulla del virus e dei suoi effetti, ma solo rivendicare l’individualismo più becero e feroce.
Non a caso Salvini e compagnia se la prendono con la mascherina. Perché portarla è un atto di responsabilità verso gli altri che essi rifiutano, nel nome del loro concetto di “libertà”. Che non è altro che il liberismo estremo assorbito nei comportamenti individuali. “Io faccio solo gli affari miei e nessuno mi deve dire niente”, così urlano i suprematisti bianchi e così fanno loro eco i negazionisti della pandemia.
È la degenerazione estrema della persona nella società di mercato,che costoro difendono: libero contagio in liberi affari.
Io faccio fatica a portare a lungo la mascherina, quando serve, e allora penso agli operai che stanno con essa al caldo e alla fatica per otto o più ore, o a coloro che la devono indossare su mezzi pubblici strapieni.
Questo però non mi fa dire che la mascherina sia inutile, ma invece che bisogna cambiare organizzazione del lavoro e sistema dei trasporti. Io non proclamo come libertà quella che al contrario è sottomissione agli affari ed al mercato.
A volte mi capita di trascurare la mascherina, ma mi accorgo che sbaglio perché così trascuro il fondamentale principio di precauzione: io non so fino a che punto ci sia il rischio e fino a che punto lo strumento contro di esso sia efficace, ma nel dubbio agisco come se lo fosse.
La prevenzione opera perché i fatti dannosi non succedano, scontando che poi ci sia sempre qualche idiota in malafede che affermi: “abbiamo buttato tempo e soldi per niente”. Magari ci fosse davvero quel niente nelle fabbriche dove la strage del lavoro è ripresa prima del PIL, o nei territori e nelle città dissestati e alluvionati, o nell’ambiente avvelenato.
Io metto la mascherina perché mi sento parte degli altri e partecipo delle loro condizioni e perché non considero un patriota chi evade le tasse o chi non rispetta le norme sulla salute.
Bisogna sempre combattere i liberisti, anche quelli della mascherina.
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Claudio Castellini
egregio Cremaschi,
non vi è alcuna evidenza scientifica che portare la mascherina da parte del pubblico (cioè non limitatamente ai medici) serva ad alcunché. (The Lancet 2020)
alla luce di ciò le domando: secondo lei è giusto forzare milioni di persone a portarla? badi bene: non sto mettendo in dubbio la sua legittima scelta di metterla, ma il suo giudizio sull’obbligo a farlo.
cordialmente,
Castellini
roby
Diciamo che la mascherina aveva una sua valenza parziale riguardo alla prevenzione a Marzo ed Aprile 2020.
Mentre si doveva fare molto altro di veramente profondo e strutturale per migliorare la condizione della Salute della popolazione che versa in condizioni pessime proprio grazie al neo-liberismo. Per cui parlare di mascherina come simbolo di rispetto mentre si avvelena la gente con cibi spazzatura, inquinamento elettromagnetico dell’aria e dell’acqua, e si tolgono le condizioni per sopravvivere a milioni di persone, mi sembra un pò sproporzionato.
D’ogni modo con le paure non si discute, per cui rispetto questo sentimento,, tanto fomentato , come sempre fatto, dai media e dai governi. La soluzione a mio avviso non è la mascherina ad oggi, è più una paranoia, come quella di chi disfetta tutto , pensando che gli faccia bene o gli eviti di essere contagiato dal male, anche non ai tempi del corona.
Andrea B.
Ciao Giorgio.
Non sono su Facebook, ma mi ci posso “affacciare”, e vedo alcune… curiosità nel profilo Facebook di chi ti ha dato del ridicolo.
Soprattutto nella citazione e nella rappresentazione dei giochi preferiti.
Andrea
Stefano De Stefano
Ho l’impressione che ormai siamo alla frutta: chi porta la mascherina è di sinistra e solidale, chi no è individualista e liberista. Stiamo facendo rivoltare Marx nella tomba.
Redazione Contropiano
Abbiamo l’impressione che il pensiero bipolare si sia impadronito della quasi totalità delle menti.. “o” si sta di qua “o” si sta di là… della “cosa”, o della realtà, non interessa più discutere… Molto comodo, molto stupido…