A Roma è in vigore una procedura fascista e cattolica che consente alla società AMA, che si occupa dei servizi cimiteriali, di concerto con le ASL, di seppellire i feti in un’area dedicata.
La barbarie ordita dalle istituzioni romane, che trae origine da una norma del 1939, non si limita alla sepoltura, ma si arricchisce di un ulteriore passaggio inquietante: sul feto sepolto viene eretta una croce e sulla croce viene indicato il nome della madre che ha abortito, dando per scontato, peraltro, che il feto e la madre appartengano alla setta cattolica.
Ora, se avessero inciso su quelle croci il nome del padre, che almeno nel 90% dei casi è responsabile per non essere stato in grado di controllare la propria eiaculazione costringendo la donna ad abortire, di sicuro le istituzioni romane sarebbero corse ai ripari e si sarebbero sollecitate per impedire che fosse reso noto il nome dei fecondatori.
Invece mettere sulle croci cimiteriali il nome della donna che ha abortito, ha il duplice vantaggio per i perversi antiabortisti, di violare la riservatezza delle persone interessate, e nel contempo esporle alla pubblica condanna morale, insomma tutto questo marciume ha lo scopo di infliggere un marchio indelebile e stigmatizzare una scelta.
Sarebbe interessante valutare una ipotesi risarcitoria in favore di ognuna di quelle donne, e che a pagare fossero i vertici delle ASL che hanno violato la privacy lasciando intendere che l’assenso alla registrazione dei feti con il nominativo della madre dovesse rimanere nella riservatezza di una cartella clinica, ma anche i vertici dell’AMA che hanno reso pubblici nominativi che dovevano rimanere non violati, e infine il Comune di Roma i cui amministratori, appartenenti alla setta dei contatori di scontrini e apritori di scatolette, hanno consentito che i regolamenti di polizia mortuaria potessero avvitarsi in simili vergognose prassi.
I responsabili dovranno risarcire le donne vittime di questo orribile rituale, solo così potranno capire la gravità di ciò che hanno fatto.
Sperare nella presa di coscienza di chi aveva la responsabilità di impedire tutto ciò, o sperare che i cattolici e le cattoliche romane facciano sentire la loro voce in dissenso, è una pura illusione, e del resto non è la prima volta che la storia del cattolicesimo italiano si connota di simili bassezze.
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Angela Zaccheroni
Non ci posso credere son disgustata