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Il tecnico e la tecnica

Non è il titolo di un racconto rosa, ma un invito ad utilizzare il senso critico. Chi non critica, non protesta, non agisce, anche solo per codardia, approva ed è responsabile non solo per la sua sorte, ma anche per quella degli altri. Se lo fa per proteggere i suoi affetti più cari è responsabile della loro schiavitù.

Dopo tanti anni, nell’apparente tumultuoso parlamento italiano finalmente si vota all’unisono. Tutti d’accordo nell’approvare il presidente del consiglio Mario Draghi, vero “supertecnico”, e il suo governo abbastanza tecnico. Fuori dal gioco solo la destra, ma solo con “patria e famiglia”. Dio, attraverso il suo portavoce, il papa, vota per Draghi.

Per la verità questa esclusione è un po’ paradossale, dato che quello che accomuna questa accozzaglia stellare è l’assenza di alcuna distinzione di classe, siamo tutti sulla stessa barca.

Forse però non c’è ben evidenziato il nazionalismo, non c’è traccia di pogrom neanche sugli extracomunitari, anzi, la parola d’ordine è armonia, sì proprio armonia, tra i popoli d’Europa ovviamente uniti dall’euro, tra padroni e operai, tra ricchi e poveri, tra credenti di tutti i tipi e non credenti, insomma una reciproca riconoscibilità senza se e senza ma.

Quasi non fosse sufficiente riconoscersi tra chi va dalla periferia in città in panda e chi va dal centro alla seconda casa al mare o ai monti in Ferrari.

Oggi si votano all’unanimità, non i crediti di guerra come nel 1914, ma i debiti di guerra della UE, per la verità assai consistenti. Debiti di guerra da approvare perché, come ricordava il generale Von Clausewitz nei suoi otto tomi sulla guerra, l’economia che comanda la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi. Me la ricordo così, però non sono proprio sicuro…

Quello che accomuna tutti questi percorsi intrecciati tra economia, politica e persone è l’obbedienza che però non ha sempre lo stesso significato, che diventa a discrezione positivo o negativo. Ma come?

Quanto siamo contenti e orgogliosi, noi genitori, dell’obbedienza dei nostri pargoli che si comportano bene a tavola, coi nonni, a scuola e magari vanno anche in chiesa anche se noi non la frequentiamo. Ci fanno felici quando sono rispettosi dei doveri che noi stabiliamo. Fanno quello che noi desideriamo, e noi desideriamo quello che tutti desiderano perché l’ordine sociale è un principio che si conviene in un certo periodo.

Capelli lunghi o corti, gonne lunghe o minigonne…. Non solo mode. Essere per bene e comportarsi per bene in una società che per bene non è, è proprio così positivo? Se nella vita quotidiana, normale, privata le cose vanno in questo modo come si collega tutto questo alla vita sociale, collettiva? Passa nella totale indifferenza del perché fare certe cose e non altre o addirittura non fare. In che cosa consiste questo “fare” che occupa tutta la nostra vita? Gli altri ci vedono!

Nel 1940 un tecnico delle ferrovie, un tecnico di un apparato che fa arrivare con puntualità i treni nientemeno che da tutta Europa, allora unita nella guerra e nelle tratte ferroviarie, fa viaggiare milioni di persone, in maggioranza ebrei, dalle loro case e dai loro ghetti ai campi di concentramento.

Il tecnico Adolf Eichmann, chiuso nel suo ufficio, non vedeva il fumo dei treni che sbuffavano avanti e indietro per tutta Europa, figuriamoci se poteva vedere il fumo dei camini dei lager. Non vedeva ma sapeva. Come sapevano le migliaia di persone che nei lager ci lavoravano, come sapevano quelli che lì vicino ci abitavano, come sapevano quelli che ordinavano di bombardare le città vicine e lontane, ma mai i lager.

Tutti ubbidivano: chi a Hitler, chi ai regolamenti ferroviari, chi ai capi dei campi di concentramento, chi alla normalità della guerra, indifferenti a quelle persone che come minimo erano diverse per aspetto, per religione e chissà per cos’altro.

La scienza poteva perfino affinare le proprie tecniche in questi posti chiamati lager con risultati che avrebbero sicuramente portato progresso. L’esperimento della produttività, dell’efficienza e dell’efficacia era proprio al suo apice, anche in campo economico.

Io so che chi legge se lo sta domandando, ma non è ancora giunto il momento di chiedersi se ciò era per il bene o il male dell’umanità.

Il 6 agosto del 1945 un bombardiere, questa volta americano, sgancia su Hiroshima la prima bomba atomica dal singolare nomignolo di little boy (piccolo ragazzo) per sdrammatizzare un po’.

L’aereo aveva, pensate un po’, appena 3 anni, un infante prodigio secondo la stessa logica scientifica e tecnica. Un gioiello che volava a più di 500 km orari, con una autonomia dai 4000 ai 9500 km, con una quota operativa di 10.000 metri, quasi vicino a dio e con un equipaggio adeguato direi quasi quasi “tecnico”. Fra l’altro il progetto tecnico in questione è il più costoso della seconda guerra mondiale, anche la scienza economica ha sentito il dovere di dare il suo contributo.

Si sa per certo che il contributo in questione non era disinteressato ma sicuramente i costruttori sapevano a cosa servivano quegli aerei, quello che non si capisce bene però è se prendevano ordini, da chi e perché. A primo acchito questi signori non mi sembrano dei tecnici: sono più eleganti, più distaccati, più signori appunto.

La più grande operazione di questi aerei B29 è stato il bombardamento su Tokyo, nome serio stavolta: tempesta di fuoco, con circa 100.000 vittime civili in un sol colpo. Non fu l’unica operazione di questa portata, né il Giappone fu l’unico paese a subirla.

Ovviamente a quell’altezza non si vede, proprio tecnicamente, quello che succede sotto, alle persone, ma sicuramente si capisce cosa si fa ma, anche in questo caso, si obbedisce agli ordini.

Io so che chi legge se lo sta domandando, ma si è più incerti se ciò è bene o male per l’umanità.

Oggi siamo decisamente più civili. Il tecnico in questo caso esce al mattino, saluta la moglie, accompagna i bambini a scuola poi va in ufficio. Si siede alla scrivania e gioca, si fa per dire, con i droni. E’ il cosiddetto pilotaggio da remoto.

Per ora quelli militari conosciuti sono solo circa 30.000. Colpiscono con precisione chirurgica, “ah la tecnica, che gran cosa”, salvo ovviamente i pochi danni collaterali sempre imprevisti.

Finito l’orario il tecnico, che sicuramente non si chiama Adolf, torna in famiglia e fa le cose di ogni giorno come tutti. Un comportamento normale quasi come quello degli abitanti che vivevano vicino ai campi di concentramento.

Certamente la scienza e soprattutto la tecnica hanno fatto passi da giganti riuscendo a ridurre il dolore e la fatica del lavoro umano. Non di tutti gli uomini per ora ma quel tecnico riesce a fare la guerra senza dolore e senza fatica. E’ un piccolo passo in avanti, o no?

Ovviamente il nostro tecnico vede e bene cosa fa e sa perfettamente cosa succede anche agli uomini. Ma anche in questo caso si ubbidisce a degli ordini e quelli colpiti sono proprio i cattivi perché, se fossero buoni, chi li vorrebbe uccidere?

Finora abbiamo però presentato la scienza e la tecnica sotto una luce decisamente negativa mentre ci sono moltissime note positive a loro favore. Certo, ma quello che ci interessa è capire se noi gente comune possiamo permetterci di criticare scienziati e tecnici.

Non è questione da poco e soprattutto non riusciamo a capire se ci è permesso, sicuramente non è permesso criticare né nei campi di concentramento né sotto le bombe o i droni.

Ora, da un po’ di tempo “il tecnico” è la parolina magica che è entrata in politica e la politica riguarda per statuto la gente comune.

Noi in Italia siamo al quarto governo tecnico, ma questa volta proprio di altisssssimo profilo, sia chiaro. Più di così non si può…

Abbiamo avuto Azelio Ciampi, che nel 1993 ha sostituito il poco amato Giuliano Amato, il tecnico troppo politico e subissato dagli avvisi di garanzia; poi Lamberto Dini, che nel 1995 sostituì Berlusconi, imprenditore non politico, quasi un tecnico insomma, subissato anche lui dagli avvisi di garanzia; poi Mario Monti che sostituì ancora una volta Berlusconi 4°, sempre più imprenditore piuttosto che politico e tecnico, subissato questa volta dallo spread che è altamente infettivo.

Oggi infine arriva Mario Draghi del quale molti, troppi dichiarano: vedremo cosa farà.

Una prima considerazione è: chi si ricorda qualcosa di buono fatto dagli altri tecnici e che cosa li lega nel loro fare politico?

La seconda considerazione è tutti questi signori erano banchieri, non bancari, tutti esperti della finanza ma non nazionale, nooo, internazionale. Può essere che sia una semplice coincidenza, però fanno un lavoro strano che non produce ricchezza, muove soldi da un posto all’altro e controlla i movimenti dei soldi, soprattutto i nostri.

Siccome Supermario è di altissssssimo profilo tecnico, vede quelli sotto? Sarà sicuramente più produttivo, più efficiente e più efficace… Ma per chi? E’ supergarante di cosa?

Di sicuro Hitler è morto. Di sicuro i B29 non li sa usare, non è un tecnico militare; di sicuro i droni non lo riguardano, almeno direttamente e per di più sono per i nemici, quelli veri, non bombardano i popoli, non il nostro per lo meno. Le circostanze sono cambiate e questo ci sembra un buon segno.

Forse vuole solo che ci comportiamo bene, come i pargoli, che diventiamo ubbidienti, che ci fidiamo della scienza, non solo di quella economica ma anche di quella medica che attraverso la tecnica, sempre la stessa: quella dei campi di concentramento, dei B29, dei droni, ma buona questa volta, ci darà i vaccini indiscutibilmente buoni e un comitato tecnico medico che ci da ordini sempre per il nostro bene.

L’effetto di queste procedure, tecniche ovviamente, annulla ogni prospettiva critica sia nella ricerca scientifica e tecnica, sia nella società, sia del singolo cittadino che, purtroppo però, vive nella vita reale tutte le contraddizioni sociali, economiche, fisiche, psichiche, sentimentali, ecc. dovute a queste scelte tecniche e scientifiche, esattamente come nei lager o sotto i bombardamenti. E’ solo una coincidenza?

Supermario e i suoi tecnici non ci vedono, come sempre i tecnici e le loro procedure non ci vedono come persone, ma sicuramente ci controllano, cazzo se ci controllano, non solo con i loro strumenti tecnici ma anche, se non bastasse, con apparati vecchi, tecnicamente, ma sempre buoni all’occorrenza, le forze dell’ordine.

Non ci resta che comportarci da pargoli per bene in questa società che per bene non è.

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