Avevamo ragione. Nelle carceri italiane ci sono violenza e tortura di stato. E l’anno scorso, durante le proteste dei detenuti per le condizioni vergognose con cui erano esposti al Covid, c’è stata una vera e propria mattanza.
Una strage impunita a Modena, una macelleria come venti anni fa alla Diaz, a Santa Maria Capua Vetere.
Qui almeno la magistratura è ora intervenuta e ben 52 dirigenti, agenti, addetti al sistema carcerario sono stati arrestati con accuse gravissime. Non è un caso isolato, ma un pezzo di un intero sistema.
La violenza contro i detenuti è parte delle tante sopraffazioni compiute oggi dalle cosiddette “forze dell’ordine”, che sempre di più si sentono autorizzate a tutto nel nome della “legalità”.
Carcerati, migranti, poveri, manifestanti, chiunque sia in condizioni di debolezza rispetto al potere o provi a lottare contro di esso, oggi rischia la brutalità di stato.
Forse non ci siamo ancora, ma sempre di più somigliamo agli Stati Uniti, dove la polizia ha licenza di uccidere afroamericani, emarginati, esclusi.
Dal carcere di Santa Maria Capua Vetere a quello di Modena, dalla caserma dei carabinieri di Piacenza a quella di Aulla, dall’assassinio di Stefano Cucchi a quello di Federico Aldrovandi, dai pestaggi contro scioperanti e occupanti di case a quelli del G8 di Genova, è una lunga catena di brutalità poliziesche.
La destra fascista, in tutte le sue versioni, come sempre fa sue e sostiene queste brutalità, con lo slogan “io sto coi poliziotti”; e come sempre di fronte ad uno scontro vero la “sinistra” ufficiale e di palazzo o sta con la destra, o scompare.
Per questo ben venga anche da noi un movimento come quello di Black Lives Matter, che metta sotto accusa il regime di impunità per le violenze poliziesche, che chieda di rivedere i finanziamenti alle forze dell’ordine, privilegiando la spesa per i diritti, compresi quelli dei detenuti.
E che soprattutto combatta la dominante narrazione reazionaria su sicurezza, “legge e ordine”, che ha intossicato le nostre società e compromesso la nostra democrazia.
Io sto coi diritti e non sto coi poliziotti, diciamolo forte e senza paura.
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