Negli ultimi giorni abbiamo visto Draghi, Lo Russo e i sindacati concertativi versare lacrime di coccodrillo di fronte alla tragedia di via Genova, dove due giorni fa tre operai hanno perso la vita in seguito al crollo di una gru.
Ma queste finte lacrime hanno reso ancora più palese, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’ipocrisia di una classe politica che non si fa scrupoli a sacrificare la sicurezza in nome del profitto privato, accettando consapevolmente i rischi e le perdite che tali scelte comportano.
Esempi della loro visione politica sono il DDL Semplificazioni varato dall’attuale governo, che ha aperto la strada alle gare d’appalto al massimo ribasso, come la volontà di concordare le ispezioni sul lavoro con la aziende, come annunciato dal ministro Brunetta.
La stessa visione politica abbracciata dal Sistema Torino e dalla giunta Lo Russo, sua ultima manifestazione, che non aspetta altro che trasformare Torino in una città cantiere, in conformità al suo modello di città antipopolare orientato su grandi eventi, grandi opere e privatizzazioni.
È proprio a causa della natura preterintenzionale di tali carenze strutturali -provenienti da 30 anni di politiche che hanno attaccato i diritti dei lavoratori- che è necessario inquadrale l’altissimo numero di morti sul lavoro come una vera e propria strage, introducendo il reato di omicidio sul lavoro!
Oggi eravamo in presidio davanti all’ispettorato del lavoro per dire basta alle stragi sul lavoro, per pretendere maggiori e adeguati controlli sulla sicurezza, perché occorre interrompere e invertire quel processo di smantellamento del pubblico, rompendo con tutte quelle forze politiche e sindacali che questo processo lo hanno portato avanti e che ora incensano il macellaio sociale Draghi proponendolo come presidente della repubblica.
Ora più che mai diventa necessario pensare e costruire l’alternativa sociale alla barbarie!
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