“La tirannia deve esistere
ma non per questo il tiranno merita scuse”
John Milton, The lost paradise, XII vv 95 – 96)
Come si può definire una democrazia come quella francese strutturata in una forma del tutto sbilanciata verso il “governo” in luogo della “rappresentanza” e nella quale un Presidente eletto direttamente proclama una “repressione senza tabù” verso moti di popolo alimentati da disuguaglianze soffocanti, imperante razzismo, periferie abbandonate a un degrado economico,morale, culturale, politica esercitata attraverso vuoti populismi?
La migliore definizione di tirannide, da ritenersi facilmente valida anche per l’attualità si trova nella Repubblica di Platone:
“La tirannide nasce da una trasformazione della democrazia. La transizione della democrazia in tirannide è dovuta, come nel caso dell’oligarchia, proprio al bene dominante che è perseguito in quel regime”.
L’esito della democrazia è, per Platone, la violenza della tirannide, perché la democrazia stessa non si fonda su nessuna forma e idea comune, ma privatizza a un tempo la ragione pratica e la ragione teoretica, riconducendola interamente agli arbitrii individuali.
In una simile prospettiva, la tesi platonica potrebbe essere resa più comprensibile al lettore contemporaneo in questi termini: la tirannide è l’esito di un processo di privatizzazione radicale del potere che s’innesca quando i regimi democratici non sanno o non vogliono mantenere una regola pubblica e comune.
Oggi in un quadro generale di arretramento complessivo delle forme di democrazia liberale la guida delle grandi potenze è sempre più facilmente affidata a una spiccata dimensione del potere personale.
Un potere personale improntato a forme giudicabili come di vera e propria tirannia pur suffragata da più o meno regolari plebisciti (ed è questo il nodo del presidenzialismo/premierato italiano).
Il quadro generale è quello di una degenerazione complessiva delle forme di democrazia liberale
La dottrina cattolica distingue tra il “tiranno per usurpazione” (tyrannus in titula, cioè che ha preso il potere illegalmente) e il “tiranno per oppressione” (tyrannus in regimine, cioè che abusa del potere che ha ricevuto legalmente).
In una società complessa, di capitalismo avanzato, si pensava a una “spersonalizzazione” del potere, invece ci troviamo in una fase che potremmo davvero definire di “arretramento storico”.
Così non si può dimenticare il titolo maoista “Ribellarsi è giusto”.
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