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La cacadubbite

Ho sempre detestato i cacadubbi e la cacadubbite. Con loro non si fanno rivoluzioni e nemmeno scelte più modestamente riformatrici.

C’è un tempo nel quale necessitano e diventano obbligatorie opzioni politiche decise, a costo di sbagliare. In quel momento arrivano loro, insieme ai massimalisti innovatori del tutto subito o morte, a sfasciare tutto.

Una parte della sinistra radicale da tempo ha imboccato la via del dubbio che, alfine, è diventata un’ideologia; si tratta dei sedicenti “eretici” ingraiani (che sono eretici come io faccio parte del tribunale dell’inquisizione) e della maggioranza di quel piccolo mondo che, a vario titolo, ha ruotato intorno a quel giornale, anticomunista a dispetto del nome, che si chiama Manifesto e che non poco ha contribuito a distruggere la sinistra.

La vittoria in Europa e nel mondo occidentale della globalizzazione ha spinto costoro all’abbandono e al ripudio del marxismo e del bagaglio teorico pratico del comunismo per mettersi alla ricerca di nuove vie per la rivoluzione.

Visto che inseguivano affannosamente un’araba fenice sono precipitati in uno stato di smarrimento sbandamento totale in fondo al quale c’è stato, per i più, l’approdo liberal-democratico.

Oggi un’altra parte della sinistra, anche proveniente dalla solida radice di classe, è stata contagiata dal virus della cacadubbite.

Un vero e proprio festival dei cacadubbi si svolgerà sabato prossimo a Roma, convocato dal giornale Oltre il Capitale che fa capo a Claudio Grassi, che invita ad “una giornata di approfondimento sulla guerra in Ucraina“.

Personalmente non capisco che cosa, nei suoi termini essenziali, ci sia da approfondire. Ci sarebbe voluta, in concorso con tutti, una manifestazione contro la guerra. Credo che non si possa fare perché ci sono troppi galli e posizioni diverse.

La cosa che mi impressiona è il numero dei relatori che non vorrei che, alla fine se vengono tutti, rischia di essere superiore ai partecipanti. In ogni caso, a mio giudizio, si tratta di un inutile film già visto che alligna uno stuolo di stelle, più o meno tramontate, di una sinistra del dubbio da tempo sconfitta.

Vorrei dire a Claudio (col quale ho condiviso la grande stagione della prima Rifondazione Comunista, del quale rimango estimatore e col quale vorrei rimanere amico e compagno) che penso che sia possibile che il comunismo classico al quale penso io sia tutto sbagliato e fuori dalla storia; ma vorrei anche dire che non è, riesumando i devastatori della sinistra, i girovaghi individual carrieristi, le prime donne telegiornalistiche e gli epigoni della eterna cultura del dubbio, che si può costruire qualcosa.

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3 Commenti


  • Luciano Seller

    È molto grossolano confondere il manifesto di Rossana Rossanda ecc.con quello di oggi. Non è un buon modo di iniziare una discussione.


  • alberto+gabriele

    Che il Manifesto di Rossana Rossanda abbia ampiamente contribuito a distruggere la sinistra non vi e’ alcun dubbio, La Rossanda e i suoi compagni avevano un alto livello intellettuale e non erano dei venduti, ma sono stati fin dall’inizio accecati dal narcisismo e profondamente irresponsabili. Ma certo a confronto di quelli del manifesto di oggi erano dei giganti


  • Luciano Seller

    il manifesto nacque sul rifiuto della invasione russa della Cecolovacchia, in cui un altro partito comunista aveva scelto una strada diversa da quella russa.
    Quella de il manifesto fu una scelta necessaria anche se tardiva. Il patto di Varsavia aveva distrutto la forza e la credibilità delle avanguardie rivoluzionarie nei paesi che aveva governato. La riprova è che in tutti questi paesi non si trovano oggi forze sufficienti ad opporsi alle loro derive di ultra destra, quando non apertamente naziste.

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