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Giornata del Ricordo. La Resistenza Storica non riguarda solo il passato

Cari amici e compagni, come ogni anno in questo periodo, nei prossimi giorni parteciperò a parecchie conferenze, un paio on line, le altre in presenza, alcune con Claudia Cernigoi, Sandi Volk e Piero Purich del gruppo di RESISTENZA STORICA (trovate l’elenco, ancora incompleto, nel post che condivido qui da Kappa Vu edizioni).

È un appuntamento di “guerriglia culturale” che mi/ci impegna da molti anni (ormai tre decenni e più) e credo che qualche risultato nel rompere il panorama conformista della storiografia italiana lo abbiamo ottenuto.

Penso che siamo riusciti a diffondere una maggior consapevolezza della portata delle mistificazioni storiche profuse a man bassa dalla destra neofascista e dalla lobby nazionalista di certe associazioni degli esuli, purtroppo con la complicità, almeno dagli anni ’90, di una parte del mondo che si definisce antifascista (dobbiamo sempre tener presente che la legge del Giorno del Ricordo – in realtà della Smemoratezza – è passata nel 2004 con voto bipartisan).

Da anni nelle nostre conferenze spieghiamo qual è stata la “più complessa vicenda del confine orientale” (il razzismo antislavo, il fascismo, l’aggressione alla Jugoslavia del 1941, i rastrellamenti e le stragi di civili e partigiani, i campi di concentramento fascisti ecc.) e chiariamo DOCUMENTALMENTE il contesto, le circostanze e le dimensioni delle cosiddette “foibe” e le cause e le dimensioni dell’esodo, dimostrando che oggi in Italia, con una narrazione dei fatti ormai “di stato”, stiamo vivendo in una enorme bolla di falsità storica.

Ma tanto lavoro è ancora da fare. Perché questa vicenda NON RIGUARDA SOLO IL PASSATO (e lo ribadisco per alcuni amici e compagni che sottovalutano il problema dicendo che sono “fatti troppo lontani”, che “non interessano più la gente”…); perché se oggi abbiamo Meloni al governo e La Russa presidente del Senato, Fratelli (!) d’Italia e prima MSI, eredi e ammiratori di Mussolini, nonché realizzatori di una politica reazionaria che fino a pochi anni fa ci sembrava impossibile si avverasse, è anche perché il fascismo e i fascisti sono stati “sdoganati” negli anni ’90 proprio riuscendo a riciclarsi da carnefici a vittime (con l’aiuto di personaggi come Violante, ma non solo).

Con la falsa (nelle circostanze e nelle dimensioni) narrazione sulle foibe e con un’aggressività politica e mediatica da “pensiero unico”, i nuovi fascisti sono riusciti a rovesciare la storia (come dice il prof. D’Orsi) confondendo del tutto la memoria della gente e soprattutto inquinando quella delle nuove generazioni.

Sono riusciti a “incattivire” la società e la cultura, stanno distruggendo le conquiste sociali e politiche del passato, rendono la Costituzione (e i valori sociali e civili che ancora contiene) un grumo di parole senza significato. Capire quindi la vastità delle loro menzogne sulle vicende del “confine orientale” è non solo questione del passato e “regionale”, ma fondamentale per tutti gli italiani e per l’oggi, un debito nostro verso le nuove generazioni, perché svela le frodi culturali e ideologiche non solo di chi ci sta governando, ma anche di chi, pur dichiarandosi antifascista, per opportunismo e ipocrisia li ha lasciati fare.

È insomma una battaglia non solo culturale, ma una base storica fondamentale per ritrovare la memoria degli ideali della Resistenza e consentire una nuova resistenza.

 * saggista e storica

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3 Commenti


  • Eros Barone

    Vi è una bella osservazione del filosofo Enzo Paci sul valore conoscitivo, critico ed etico-civile della storia, che si attaglia perfettamente al contenuto di questo articolo: “La vera novità è un passo verso il passato e la vera comprensione del passato è un passo verso l’avvenire”. Le classi dominanti dell’Occidente capitalistico, per mantenere ed estendere un potere sempre più sanguinoso e sempre più instabile, hanno oggi l’estremo bisogno, mediante il concorso della destra e della falsa sinistra, di sbarrare tanto la via del passato quanto la via dell’avvenire, premesse indispensabili di ogni progetto rivolto al futuro. Per soddisfare tale bisogno hanno messo a punto e cercano di inculcare nell’opinione pubblica un catalogo di autentiche mostruosità: l’identificazione del comunismo con il fascismo, l’equiparazione tra sionismo ed antisemitismo, l’invenzione di uno sterminio delle popolazioni italiane dell’Istria e della Dalmazia. Ecco perché la battaglia per la verità della conoscenza storica è un compito fondamentale del movimento di classe.


  • Andrea Vannini

    Ancora una volta e sempre grazie a questa grande storica e compagna per il suo prezioso lavoro.


  • Andrea

    Le scritte fatte al monumento a Basovizza oggi hanno fatto starnazzare un sacco di personaggi politici importanti.
    Fascisti, pidduisti, razzisti del nord, democrat, italovivisti, cinquestellati…
    Fosse successo per ogni oltraggio ai monumenti dedicati ai martiri della lotta di Liberazione, non si sarebbe spazio per altre notizie ai tg.
    Comunque, si informano i giornalisti e i vari politcanti che a Basovizza il monumento dove c’è un numero certo di assassinati è quello ai 4 sloveni condannati dal tribunale fascista nel lontano 1930

    https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/09/a-basovizza-ricordati-gli-antifascisti-fucilati-bb6d3f02-44c5-4186-9bec-11f3db14624e.html

    Per il resto, possono andarsi a leggere quanto qui riportato

    https://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/01/la-foiba-di-Basovizza.pdf

    La cosa che più li tormenta, ai fascisti al governo, è lo “Smrt fasizmu, svoboda norodom”. Ed hanno pienamente ragione dal loro punto di vista

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