Quando ho visto in TV un intervento di Beppe Severgnini sulle ultime esternazioni di Trump ho avuto un impulso di godimento.
Sentire personaggi squalificati e sostanzialmente irrilevanti, ma assunti a esperti geo-politici, o addirittura pseudo-filosofi, rimanere in confusione sulle ultime esternazioni di Trump a seguito del vertice russo-statunitense a Riad, mi ha reso euforico.
Dopo anni che i mass-media e politici occidentali, europei in particolare, ci hanno sbomballato la testa su Putin “criminale”, “guerra di aggressione a una democrazia”, “valori del mondo libero” e via cantando, con una lunga lista di propaganda atlantista, tutti questi tromboni euro-atlantici si ritrovano orfani del loro padrone yankee, senza più certezze e ripetono come un mantra le solite accuse per poi subito dopo dire il contrario.
Questi personaggi si lamentano di un’Europa fragile, ma questa debolezza è tale perché le élite europee sono state selezionate attraverso la NATO per essere servili rispetto ai padroni yankee, e se essi non vi aderivano (vedi Veltroni, Occhetto, Di Maio), col cavolo che avevano posti di comando!
Tutti personaggi servili che dopo tre anni ancora fanno finta di non sapere che sono stati gli yankee a distruggere il North Stream.
Intendiamoci, Trump non è il “faro della democrazia” ma esattamente il contrario, vedi l’assassinio criminale del generale iraniano Soleimani, e provocherà grandi drammi; ma egli esprime con la massima brutalità una visione diversa e per certi versi contrapposta a quella degli yankee “democratici” di Obama (“premio ignobel” alla guerra) e Biden.
Trump è ossessionato dal ristabilire il primato degli USA sul Mondo, ma ormai non sono più la prima potenza industriale e anche per quella economica vacillano, e per questo il “biondo” ha come primo avversario la Cina.
La sua azione era stata interrotta con l’elezione di Biden, che aveva ripreso l’assalto alla Russia (colpo di stato in Ucraina con Hillary Clinton/Nuland e guerra aperta tramite Zelenskji, che aveva affermato di volere le armi atomiche il 19 febbraio 2022, e tramite i magheggi di Biden (che per essere libero militarmente riconsegnò l’Afghanistan ai talebani).
Insomma due strategie contrapposte, di yankee contro la Cina e di yankee contro la Russia per smantellarla e mangiarsi le risorse naturali, con Trump incazzato perché i “democratici” hanno fatto alleare i russi ai cinesi rendendogli difficile la sua politica.
La furia di Trump è perciò contro gli europei e Zelenskji che si sono prestati al gioco di Biden/Obama, e in questa furia è intenzionato a rimuoverli (in questo si spiegano le bordate provocatorie contro Volodimir), ma anche contro gli yankee “democratici”, che queste politiche hanno costruito.
Non mi stupirei se nel suo furore Trump rivelasse le responsabilità dirette di Biden & co nella distruzione del North Stream, in un colpo solo smantellerebbe europei e “democratici” yankee.
Quali saranno le conseguenze?
Il governo russo è molto favorevole a una pace concordata con gli USA (è il caso di ribadire che Zelenskji è solo un pupazzo e i leader europei sono insignificanti politicamente), ma manterrà le sue rivendicazioni (acquisizione di 4+1 oblast, niente NATO, smantellamento dell’esercito ucraino e fine del regime banderista) e mantenendo i buoni rapporti con la Cina, perché l’Unione Europea è ormai economicamente un terreno deserto.
In questo quadro Trump accentuerà l’estrazione della ricchezza dall’Europa tramite vendita di gas, di armi e di cereali, accentuerà la sua pressione sul Latino-america, riprendendo la politica di dazi contro la Cina.
Quello che sta avvenendo è la fine, lenta e in molti casi drammatica, dell’egemonia occidentale/statunitense, Trump potrà forse rallentarla ma il pendolo della storia si è già messo in movimento.
Tremo perciò per quello che ci sta per cadere sulle teste, ma l’unica opposizione ai disastri futuri è la riorganizzazione dei comunisti.
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