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È l’immensa viltà di noi occidentali a consentire il genocidio dei palestinesi

Penso spesso al rapporto tra il genocidio dei palestinesi e la nostra responsabilità, di noi occidentali. Mi sembra di cogliere una certa relazione dialettica tra le colpe di Israele – e degli Stati Uniti suoi alleati – con l’indifferenza e l’ipocrisia, atteggiamenti tipici di gran parte della popolazione e della politica occidentale; d’altra parte, ciò che si manifesta con tanta crudeltà non potrebbe manifestarsi senza il nostro disinteresse o la nostra complicità.

Ho smesso di preoccuparmi di informare sulla natura criminale della prassi israeliana; mi sono persuaso dell’inutilità di qualsiasi precisazione: i dati dello sterminio e delle politiche genocidiarie di Israele sono facilmente recuperabili, e davvero non serve insistere. Rispetto all’enormità di ciò che accade, solo una canaglia può negare i crimini di guerra e contro l’umanità che sta compiendo l’esercito israeliano.

La questione per me più urgente, quasi un’ossessione, è quella della viltà occidentale. Si direbbe che l’unico senso dei “valori” occidentali sia ormai diventato quello di contribuire all’orrore, di consolidare lo sterminio, di perfezionare l’ostinazione omicida del peggiore stato colonialista oggi esistente.

È l’immensa viltà di noi occidentali a consentire il genocidio dei palestinesi; la viltà degli ignavi, che preferiscono l’indifferenza alla protesta, e quella dei complici, che stabiliscono cinicamente quali popoli meritano di essere salvati e quali, invece, di essere spediti all’inferno.

Si rimane colpiti dalle palesi ipocrisie sui diritti, sulla legalità internazionale, su sanzioni o aiuti militari; e si rimane basiti di fronte all’impunità di Israele, che ha raggiunto livelli veramente eccezionali, sempre garantita dall’eccesso di simpatia occidentale e dalla propensione statunitense a considerare gli equilibri geopolitici più importanti dei diritti dei palestinesi. Quanto sta accadendo ai palestinesi è il modo con cui l’Occidente condanna la propria parte migliore, quella della giustizia e dell’uguaglianza, della tolleranza e della solidarietà con l’oppresso.

Siamo ormai giunti a una trasformazione epocale, adottando un liberalismo estremista e militarista che stabilisce un prezzo ai popoli del mondo. Perché è indubbio che per le istituzioni, i politici e i media occidentali i popoli non sono tutti uguali; per esempio, il popolo ucraino vale molto di più di quello palestinese. Il sangue dei popoli è, per così dire, merce di scambio nel mercato geopolitico. Come non inorridire di fronte a questa cinica ipocrisia?

Pur nella sua estrema tragicità, c’è qualcosa di istruttivo in quello che sta accadendo. Perché a Gaza c’è tutto quello che dovremmo imparare, tutta la storia del mondo contemporaneo in quella striscia di terra: il senso della giustizia e dell’abiezione, il senso dell’impunità e della credibilità, il senso delle responsabilità dei governi e dell’enorme disorientamento dei popoli…

L’evento-Gaza è una monumentale lectio magistralis che ci può insegnare a riconoscere quanti, tra i nostri simili, meritano l’onore di essere considerati fautori della giustizia e della democrazia nel mondo e quanti, al contrario, saranno ricordati come i promotori di un genocidio.

* da Facebook

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8 Commenti


  • Oigroig

    «Noi occidentali» cancella il fatto che ci sia chi decide e chi subisce, chi sfrutta con ampi margini di guadagno e chi è sfruttato e non arriva alla fine del mese… Lamentarsi che i «valori occidentali» non siano più quelli della buona vecchia Europa vuol dire non conoscere la storia dell’Europa, delle crociate, del colonialismo europeo, del nazifascismo… Capisco e condivido il sentimento che anima certi interventi, ma è il moralismo da «Fatto quotidiano» di cui sono intrisi che mi dà fastidio in un sito comunista…


  • domenico

    Bisognerebbe smettere di dire che gli occidentalisti usano due pesi e due misure. Il peso e la misura é uno solo: lo sfruttamento colonialistico dei popoli del mondo. Questo è lo stesso e unico motivo per cui si fanno complici del genocidio del popolo palestinese e del massacro del popolo ucraino usato nella guerra contro la Russia.


  • avv.alessandro ballicu

    beh considerando che la maggior parte dei plutocrati Roschild, Rokfeller, Soros etc sono di religione ebraica, che nel Talmud è scritto che loro sono la razza eletta e devono dominare il mondo, non c’è da meravigliarsi
    Marx e Trotscky sono 2 meravigliose eccezzioni alla macabra regola.
    la plutocrazia a maggioranza ebraica purtroppo corrompe, compera e domina il mondo… per ora
    prima o poi sorgerà il sol dell’avvenire
    i compagni palestinesi lotteranno fino alla morte e , se purtroppo non c’è più l’URSS a difenderli, prima o poi vinceranno
    El pueblo unido jamas serà vencido


  • Andrea Vannini

    quando si tratta di Israele é bene sempre puntualizzare che si tratta di una entità fascista. il sionismo é una versione della ideologia fascista e Israele né é, “grazie” all’ imperialismo usa, la realizzazione pratica. ciò significa che la sola fine auspicabile e perseguibile per israele é quella dell’ Italia di Mussolini e della Germania di Hitler. quanto all’ occidente, confesso che é una categoria che non mi garba utilizzare. lasciamola alla geografia. c’è sempre chi é più a occidente o a oriente di te. Se si vuole ironizzare si tratta di U-ccidente o di A-ccidente. meglio indicare gli usa (Non l’ America) e la ue (Non l’ europa) come gli attuali nemici principali dell’ umanità e dei loro stessi popoli.


  • maria

    Ci sono proposte concrete ?


  • Oigroig

    Credere che il capitalismo appartenga a un’etnia o a una religione particolare come fa l’avvocato Ballicu è un’assurdità e un errore che porta fuori strada. Putin possiede le principali aziende del suo paese, è il classico capitalista e “plutocrate”, ma è di religione cristiana ortodossa. Trump è di qualche altra confessione cristiana… Ma il punto è che questa gente crede anzitutto nel profitto, nello sfruttamento, e nel loro diritto “divino” a dominare e depredare… cioè sovrastrutture…


  • Andrea Vannini

    é una assurdità paragonare Trump e Putin. piaccia o non piaccia, Putin é uno statista di altissimo livello. sono quelli come lui che hanno salvato la Russia dalla distruzione alla quale era stata condannata dall’imperialismo e dai suoi agenti. ancora oggi, sotto la sua guida, la Russia é all’ avanguardia nella lotta antifascista e antimperialista che si combatte in Ucraina.


  • Oigroig

    Non è un paragone, ma un’analogia nella collocazione di classe (grandi capitalisti con ruoli autoritari di governo) ed è un fatto che per un comunista dovrebbe voler dire qualcosa e solo per un nazionalista russo la categoria di “statista” può sostituire l’analisi delle contraddizioni…

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