Ottima cosa la grandissima partecipazione di popolo alla manifestazione convocata dal centrosinistra su Gaza.
Bisogna riconoscere che in Piazza San Giovanni c’erano più persone rispetto a quelle presenti in questi due anni in cui abbiamo manifestato sempre e ovunque per la Palestina. Non bisogna recriminare su questo, è il segno che l’infamia del genocidio israeliano scuote le coscienze e fa sollevare la bandiera della Palestina anche da parte di chi fino a poco tempo fa non lo avrebbe fatto, o lo avrebbe considerato un atto antisemita, come è ancora giudicato in Germania o negli Stati Uniti.
La manifestazione ha raccolto l’indignazione contro il governo Meloni, servo vergognoso e complice di Netanyahu e dei criminali Israeliani, che come loro dovrà affrontare il tribunale della storia; e speriamo anche qualche corte materiale.
Insomma è tornato in piazza quel popolo della sinistra che in Italia era stato disperso e portato alla rassegnazione proprio dai gruppi dirigenti del PD, del centrosinistra e del sindacalismo confederale. Merito soprattutto dell’immane sacrificio e della resistenza senza precedenti del popolo palestinese, che, se non può che subire la devastante potenza militare di Israele, sta però battendo questo stato terrorista e genocida sul piano politico e morale.
Nulla però fa capire che il centro sinistra, che ora ha portato in piazza tanta gente, non ripeta tutte quelle scelte che nel passato l’hanno dispersa.
Anzi, dagli interventi dei leader politici, come del resto era già stato il 5 aprile scorso, viene la conferma che le scelte reali del centrosinistra siano quelle deboli e subalterne di sempre.
Solo Rula Jebral ha avuto le parole giuste per condannare non solo il genocidio israeliano a Gaza, ma l’apartheid sionista che dura dal 1948 e le complicità di tutto l’Occidente con essi.
All’opposto, gli altri interventi hanno ridotto tutto alle colpe di Netanayahu e del Governo Meloni che lo sostiene. Ignorando che il serial killer oggi a capo del governo israeliano è il risultato di un sistema e di un regime che fa del razzismo e della pulizia etnica verso i palestinesi la propria ragione di esistenza. Con Gad Lerner che ha rivendicato, seppure tra sacrosanti fischi, l’appartenenza al sionismo. E soprattutto è mancato dal palco ogni riferimento alla NATO, agli USA, alla UE, senza il cui sostegno e complicità attiva Israele non durerebbe un minuto a fare quello che fa.
I discorsi dei leader politici del centrosinistra sono stati quanto di più riduttivo si possa dire rispetto ad un genocidio in corso. E anche rispetto al popolo che si mobilita contro di esso.
Nulla è più falso e ipocrita oggi dell’appello per due popoli e due Stati, condiviso anche da Meloni perché non vuol dire nulla, è solo ipocrisia.
Un solo Stato è in campo, quello di Israele, che sta sterminando il popolo di quello che dovrebbe essere l’altro Stato. È Israele che va sconfitto, è il suo regime sionista, che Gideon Levy definisce apertamente fascista, che va rovesciato. Solamente attuando le decisioni dell’ONU sullo sgombero dei territori occupati da Israele nel 1967, più di un milione di israeliani dovrebbero essere cacciati da dove abusivamente stanno. Perché non dirlo?
Ma soprattutto ogni equidistanza che metta sullo stesso piano Hamas e Netanyahu è destinata ad essere complice dei crimini di Israele. Certo anche Hamas può aver commesso crimini verso innocenti, come fecero i Mau Mau nel Kenya colonia britannica, alcuni combattenti dello FLN nell’Algeria francese, o dell’ANC nel Sudafrica bianco e razzista. Tutti movimenti di liberazione anticoloniale che comunque rappresentavano la parte giusta.
E comunque se è vero che Hamas non è tutta la Resistenza e tutto il popolo Palestinese, così come Netanyahou non è tutta Israele, è vero che tutto il torto sta dalla parte di chi occupa la terra altrui. E il diritto alla Resistenza, anche armata secondo l’ONU, sta dalla parte del popolo oppresso.
È davvero allucinante che con un genocidio in corso, nessuno dei leader del centro sinistra sia riuscito ad uscire dallo schema di gran parte dei palazzi occidentali, in vigore dell’8 ottobre 2023. Hamas ha fatto un pogrom, Israele non deve esagerare nel diritto di risposta.
A parte le richieste al governo, giuste ma tardive e largamente insufficienti, di riconoscere lo Stato di Palestina e di non inviare armi, i leader del centrosinistra non hanno dato alcuna altra indicazione. Bisogna rompere le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele, boicottarlo, sanzionarlo? Nessun accenno a questo, ignorate persino le Regioni di centrosinistra che hanno bloccato le relazioni con Israele.
Ignorata la UE che ha varato 17 sanzioni contro la Russia e 0, ZERO, verso Israele. Nessun distinguo da quei governi che nella guerra alla Russia sono “volonterosi”, ma sono neghittosi e fannulloni nel fare qualcosa di concreto per fermare il genocidio.
Ma la cosa che colpisce di più è che coloro che sono riusciti a convocare una marea di persone per Gaza, non abbiano dato ad esse alcuna indicazione, alcun esempio, sul che fare dopo.
I meravigliosi portuali di Marsiglia e Genova hanno appena fermato il carico di armi di una nave della morte israeliana, ma dal palco non una parola su di loro. Ci sono le tante iniziative di boicottaggio quotidiano di Israele, che potrebbero estendersi con la partecipazione delle tante persone che hanno manifestato in Piazza San Giovanni. Ma anche su questo non s’è detto nulla.
C’è il giustissimo e coraggioso sciopero generale contro la guerra il 20 giugno proclamato dai sindacati di base . Vi sono le manifestazioni che ogni settimana dal 7 ottobre 2023 percorrono le città italiane. Non pretendo che i leader del centrosinistra sostengano una mobilitazione a cui non hanno mai partecipato, ma al popolo che ha marciato con loro che altre indicazioni danno? Aspettare la caduta del Governo Meloni ?
Ecco il punto centrale: di fronte al primo genocidio in diretta nella storia umana, mentre i governi NATO, alleati di Israele, vogliono il riarmo per la guerra mondiale contro Russia e Cina, il vuoto equilibrismo di vecchie parole dei leader del centrosinistra a che serve? A condurre di nuovo in un vicolo cieco una gigantesca mobilitazione di massa?
Grazie a tutte e tutti coloro scesi in piazza il 7 giugno, li aspettiamo allo sciopero generale del 20 e alla manifestazione nazionale del 21 a Roma; contro Israele e la NATO, contro il riarmo dei guerrafondai UE e contro ogni complicità con il genocidio. Perché di fronte all’orrore sono indispensabili lotte e parole chiare.
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Giulio Pica
Apprendo da poco che i soldati sionisti, eredi dei nazisti, sono saliti sull’imbarcazione partita da Catania con a bordo Greta Thurnberg ed hanno rapito tutti i membri dell’equipaggio. Tajani e Meloni saranno contentissimi, ma milioni di noi no. In che modo ci facciamo sentire ?
Andrea Vannini
é drammatico che gli agenti dell’imperialismo, che si spacciano per sinistra (che si lasciano spacciare), convochino una manifestazione e che essa registri una partecipazione numerosa. é drammatico che i partecipanti ascoltino le vuote parole dei capi delle sinistre bande quando l’ unica ragione per partecipare sarebbe stata quella di togliere loro la parola con la contestazione se non con la demolizione del palco-piedistallo. per i comunisti, gli antifascisti, gli antimperialisti, ancora una volta come sempre, si pone il problema drammatico di costruire una strategia e un partito capaci di cancellare dalla politica e dalla storia “sinistra” e destra imperialiste.
Redazione Contropiano
è drammatico avere una visione così ristretta del conflitto sociale da non vedere più la distinzione tra classe in sè, classe per sè e classe in se e per sè,,,
Sergio Binazzi
sono stati abili a mobilitare tanta gente per poi non dirgli nulla. penso però che tutta questa gente se farà in futuro il grande salto di qualità di passare a essere da classe in sé a classe per sé si troverà qualcosa di meglio da fare anziché andare a sentire certi turni personaggi.