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Il 21 giugno ci saranno due cortei: noi saremo alla manifestazione nazionale a Piazza Vittorio. Perché?

I motivi sono semplici e in questi giorni più volte abbiamo avuto modo di condividerli con chi incontriamo per le strade dei nostri quartieri e con chi legge i nostri contributi. Pensiamo che oggi servano parole chiare e prese di posizioni nette: contro la guerra, contro il piano di riarmo europeo, contro il bellicismo della NATO, contro il genocidio in Palestina, contro l’escalation bellica in Medioriente ad opera di Israele e contro le conseguenze di tutto questo, che colpiscono soprattutto le donne, le soggettività queer e tutte le persone non privilegiate.

Contenuti che solo in parte sono presenti in modo chiaro nell’altra piazza ‘Stop Rearm Europe’, chiamata da altre realtà vicine al centrosinistra. Una piazza scandita dalle logiche del ‘campo largo’ e che, proprio per queste logiche, finisce ad annacquare contenuti e a mediare su questioni sulle quali oggi non si può più mediare: oltre a dirsi contro guerra e riarmo oggi è per noi necessario dichiararsi anche contro la ‘difesa comune europea’ che produrrà inevitabilmente il riarmo, contro la NATO – che con il vertice della settimana prossima aumenterà le spese militari dei paesi membri (a discapito di quelle sociali, come sempre) – e contro Israele, chiamandolo con il suo nome: terrorista.

Sappiamo che nella piazza di ‘Stop Rearm Europe’ ci saranno tante persone e realtà che sono nostre ‘compagne di strada’ e tantissime persone che scenderanno in piazza sinceramente contro la guerra e il riarmo. E, come dicevamo in un contributo pubblicato ieri, auspichiamo che le forme di resistenza si moltiplichino sempre più e che, a partire dalle donne e persone queer, ci si assuma la responsabilità di attivarsi e costruire un’opposizione forte contro tutto questo, con ogni mezzo necessario.

Ma, allo stesso tempo, non vogliamo che le nostre parole e la nostra opposizione alla guerra subiscano mediazioni ed edulcorazioni che non fanno che indebolire le nostre posizioni e che aprono la strada, come nella piazza di ‘Stop Rearm Europe’, alla presenza di partiti che provano a sfruttare il sentimento delle persone (della maggioranza delle persone in Italia) contro la guerra.

Partiti che, in maniera ipocrita, si dichiarano contro la guerra e poi votano il Rearm Europe; partiti che hanno strumentalizzato donne e persone lgbtqia+ per sostenere operazioni militari e di ‘esportazione della democrazia’ – abbiamo già dimenticato Afghanistan, Iraq, Jugoslavia? -; partiti che per un anno e mezzo hanno assistito in silenzio a un genocidio e che oggi hanno il coraggio di chiamare piazze per la Palestina, omettendo ancora che è in corso la sistematica pulizia etnica delle palestinesi e dei palestinesi e continuando a non rompere con il sionismo.

Sono, inoltre, gli stessi partiti che per decenni non hanno fatto altro che aggravare le nostre condizioni di vita: quelli che hanno privatizzato e chiuso i consultori; quelli che hanno aperto la strada agli obiettori di coscienza e ai cosiddetti ‘Pro-Vita’ negli ospedali e nelle strutture pubbliche; quelli che non garantiscono centri antiviolenza pubblici, servizi, trasporti per i nostri quartieri popolari; quelli che hanno firmato il Jobs Act, peggiorando le condizioni di lavoro di tantissime donne e persone queer; quelli che continuano a ignorare l’emergenza abitativa; quelli che hanno sostenuto i decreti sicurezza che hanno criminalizzato il dissenso sociale e le persone migranti; quelli che, sostenendo l’economia di guerra, contribuiranno a impoverire ulteriormente le donne e le persone queer già prive dei mezzi economici e sociali necessari anche solo per arrivare a fine mese.

Quindi scusateci se no, non vogliamo scendere in piazza con loro. Preferiamo, invece, essere in Piazza Vittorio Emanuele alle ore 14, con le donne e le persone queer con cui ci siamo confrontate negli ultimi mesi, con tutte le persone che sono stanche delle mediazioni, con le realtà sociali, politiche, sindacali, giovanili, ambientaliste, migranti e di lotta per la casa che, come noi, avvertono l’urgenza di tracciare un percorso autonomo e indipendente che eviti ambiguità e alleanze con chi, nei fatti, sostiene la guerra. Abbiamo già visto, negli anni scorsi, troppi tradimenti alle ragioni delle mobilitazioni popolari, da tutti i partiti dell’arco parlamentare. Non contribuiremo, da sinistra, a ridare legittimità e credibilità a questi soggetti.

Ribadiamo quindi ancora una volta: il 21 giugno alle ore 14 a Roma, a Piazza Vittorio Emanuele, scendi con noi in piazza nello spezzone delle donne e persone queer contro la guerra! Iscriviti al canale whatsapp, contattaci su donnedeborgata@gmail.com o in dm per opporti con noi a riarmo, guerra, genocidio in Palestina e “peacewashing” al femminile, verso e oltre questa manifestazione.

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1 Commento


  • EuroDeliri

    Sono impreparato su fisionomia e identità delle “persone queer”.
    Ricordo di sfuggita che ne leggeva qualcosa una signora seduta accanto a me nella sala d’attesa di un ambulatorio.
    Ma non mi ci sono concentrato: la testata era Cosmopolitan…

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