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Quando l’antico testamento e il talmud si fondono

Il Genocidio di Gaza è il risultato della fusione di due dei testi religiosi più problematici al mondo, il Talmud e l’Antico Testamento, in una filosofia politica Genocida.

Nella frase precedente vi ho detto tutto ciò che dovete sapere sull’attuale Guerra di Sterminio a Gaza. Se volete approfondire l’evoluzione storica, filosofica e ideologica che ha portato a questo orribile sviluppo, dovete solo continuare a leggere.

L’altro giorno ho ascoltato Scott Ritter descrivere il teatro di Gaza come una fusione dei teatri di guerra di Iwo Jima e Stalingrado, due catastrofiche e sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, sia per gli Stati Uniti che per la Wehrmacht. A Iwo Jima, i giapponesi combattevano i Marines dai tunnel. A Stalingrado, i russi combattevano dalle rovine della loro città.

Gli israeliani non possono sconfiggere Hamas, né in superficie (le rovine di Gaza) né sottoterra (i tunnel Gaza). L’esercito israeliano, sconfitto, si sta vendicando sulla popolazione civile di Gaza. Questa vendetta è ora nota a livello mondiale come il Genocidio di Gaza. È perpetrata da uno Stato che si autodefinisce Stato Ebraico, con un’ampia approvazione dell’82% della sua popolazione ebraica.

Vi chiederete: com’è possibile che un intero popolo abbia perso la propria Umanità? Com’è possibile che persone che hanno sofferto per tutta la loro storia stiano diventando i carnefici della Campagna di Sterminio più documentata della storia?

La spiegazione è tanto semplice quanto devastante.

Alla fine del diciannovesimo secolo, i primi Sionisti desideravano disperatamente liberare gli ebrei dal Talmud, che i primi agitatori Sionisti identificarono come il nucleo del malessere della diaspora ebraica. I primi Sionisti credevano che ripristinare l’Antico Testamento come nuovo testo ebraico primario avrebbe risolto il cosiddetto “problema ebraico”.

Ciò che i primi Sionisti non riuscirono a comprendere fu che l’Antico Testamento era almeno altrettanto pericoloso del Talmud.

L’Antico Testamento contiene alcuni dei passi più violenti della storia della letteratura.

L’Antico Testamento racconta la storia di una figura paterna molto problematica, alias Dio, che intrattiene una relazione violenta con i suoi figli prediletti. Come se ciò non bastasse a rovinare il futuro dei suoi figli (migliori), Lui, il Padre, ordina loro occasionalmente anche di commettere i Genocidi più atroci. È più che probabile che il Dio dell’Antico Testamento non sopravvivrebbe alla Corte Penale Internazionale una volta che il Procuratore capo presenta alcuni dei tanti vili passaggi biblici.

Si veda ad esempio Deuteronomio 20:16-18: “… nelle città delle nazioni che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita nulla che respiri. Li voterai allo Sterminio: gli Ittiti, gli Amorei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei“.

Oppure Deuteronomio 2:34: “In quel tempo prendemmo tutte le sue città e le Sterminammo: uomini, donne e bambini. Non lasciammo alcun superstite“.

Voglio credere che, leggendo queste righe, vi venga in mente Gaza.

Eppure, il sionismo primitivo era un movimento laico. Non voleva creare un mostro, anzi. Si riprometteva di rendere i nuovi ebrei delle brave persone. I primi sionisti volevano credere di aver diagnosticato le cause che rendevano l’esistenza ebraica della Diaspora un problema sia per gli ebrei che per tutti coloro che li circondavano.

La filosofia del sionismo primitivo era che gli ebrei dovessero trasformarsi in un popolo, una nazione, un popolo, invece che in un “gruppo religioso” controllato dai rabbini e dal Talmud. Tuttavia, da una prospettiva giudaica, il sionismo era un atto di eresia. Non molti ebrei religiosi erano convinti dalla filosofia sionista. Di conseguenza, pochissimi ebrei fecero l’Aliya (l’immigrazione ebraica verso la Terra di Israele) prima che Hitler salisse al potere in Germania.

Ma c’era un rabbino in Palestina che riusciva a vedere il potenziale religioso del sionismo. Il rabbino Abraham Isaac Kook (1865-1935) divenne Rabbino Capo della Palestina sotto il Mandato Britannico. Kook si rese conto che sionismo ed ebraismo erano in realtà precetti complementari.

In linea con molti interpreti ortodossi della religione ebraica, Kook credeva che ci fosse una differenza fondamentale tra ebrei e gentili. Per lui, la differenza tra l’anima di un ebreo e quella di un gentile era maggiore della differenza tra l’anima di un gentile e quella di un animale.

Tuttavia, a differenza della maggior parte dei rabbini ortodossi dei primi trent’anni del ventesimo secolo, Kook sostenne con entusiasmo l’insediamento sionista in Palestina. Il movimento ebraico messianico per l’insediamento in Cisgiordania, che iniziò a prendere potere dopo il 1967, vide in Kook la sua guida spirituale e religiosa.

Il rabbino Kook si impegnò con successo per integrare sionismo ed ebraismo in un’unica ideologia ebraica. Secondo il rabbino Kook, ebraismo e sionismo erano un’unità.

Tragicamente, questa filosofia è ora la filosofia ebraica dominante. Fu il rabbino Kook a piantare i semi della transizione del sionismo da una “patria ebraica” (Stato per gli ebrei) a uno “stato giudaico” (uno Stato guidato dalla legge ebraica). Gli estremisti che dominano il governo di Netanyahu, come Ben Gvir e Smortrich, sono laureati della filosofia del rabbino Kook. I coloni che dominano il processo decisionale dell’esercito, così come la materializzazione criminale di queste decisioni, sono in larga parte, se non interamente, seguaci della scuola giudaica del rabbino Kook.

Ciò che il rabbino Kook fece in pratica fu integrare il Talmud, un manuale per la supremazia ebraica, con il racconto genocida del “ritorno a casa” dell’Antico Testamento.

Kook diede vita a un’ideologia misantropica e genocida. Questa è l’ideologia giudaica fondamentale che domina la politica e l’esercito israeliani. In questa filosofia, non c’è divisione tra ebraismo e sionismo. Ciò a cui assistiamo, invece, è un amalgama genocida e coeso che sarà associato alla tribù per molte generazioni a venire.

 * Gilad Atzmon, scrittore e musicista jazz israeliano naturalizzato britannico, è un attivista anti-sionista. Vive a Londra.

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