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Grecia. Lo sciopero dei tassisti divide il governo

La questione della liberalizzazione della professione dei tassisti, contro la quale i proprietari di taxi di tutta la Grecia sono in sciopero ad oltranza – bloccando fra l’altro porti e aeroporti e creando enormi danni all’economia greca e gravi disagi per i turisti stranieri – si è trasformata in confronto fra il ministro dei Trasporti Giannis Ragussis e i parlamentari del Pasok, il partito socialista al governo. Ieri alcuni di essi hanno messo nell’mirino il ministro, perchè, secondo loro, le sue decisioni sul problema della liberalizzazione colpiscono l’economia del paese e la sua immagine all’estero. Molti di essi hanno espresso apertamente le loro obiezioni per quanto riguarda la completa liberalizzazione della professione, mentre 21, in una lettera inviata al segretario del gruppo parlamentare del partito, chiedono il suo intervento presso il ministro per convocare la Commissione Trasporti del partito e informare i parlamentari sulla questione. «Il modo con cui viene affrontato il problema – sostengono i Parlamentari nella loro lettera – provoca un duro colpo all’economia, al turismo e all’immagine del Paese all’estero». Intanto i tassisti in tutta la Grecia intensificano le loro mobilitazioni con conseguenti disagi per coloro che devono viaggiare. «La battaglia inizia ora: abbiamo proposto al ministro sei mesi di tempo per discutere la questione ma lui ha respinto la nostra proposta», ha detto Thimios Liberopoulos, presidente del sindacato dei proprietari di taxi della Grecia, alla fine dell’incontro con il ministro Ragussis. Il ministro, da parte sua, insiste nelle proprie posizioni sostenendo che la liberalizzazione della professione è già stata decisa per legge e che non potrà esserci nessuna eccezione per i proprietari dei taxi, mentre minaccia di dimettersi nel caso in cui qualcuno gli chiedesse di rimangiarsi le proprie decisioni portando così – come sostengono diversi giornali – in un vicolo cieco il confronto con una categoria di lavoratori.

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