Il capo del Centocom (Comando centrale) americano, generale James Mattis, ha incontrato oggi a Rawalpindi in Pakistan il comandante in capo dell’esercito pachistano, generale Ashfaq Pervez Kayani, per discutere le relazioni militari fra i due paesi e la difficile fase della cooperazione bilaterale contro il terrorismo. Lo riferisce DawnNews Tv. Fra i temi esaminati dai due alti ufficiali, si è inoltre appreso, vi è stato quello della situazione della sicurezza nel Waziristan settentrionale e lungo la frontiera afghano-pachistana. Al riguardo Kayani ha chiesto al suo interlocutore l’apertura di una inchiesta congiunta sugli attacchi sferrati in territorio pachistano da posizioni in Afghanistan. I rapporti fra Islamabad e Washington sono in crisi dopo che personalità militari e governative statunitensi hanno formulato gravi accuse nei confronti dei servizi di intelligence pachistani (Isi) di collusione diretta a gruppi armati afghani che attaccano uomini e mezzi degli Stati Uniti. Ieri Kayani aveva definito «infelici» e «prive di fondamento» le accuse del comandante in capo delle forze armate americane, ammiraglio Mike Mullen, secondo cui la cosiddetta Rete Haqqani è il «braccio armato» operativo dell’Isi in Afghanistan.
Secondo fonti consultate dall’Ansa, «il generale Kayani ha detto in modo chiaro al suo interlocutore americano che accuse come quelle formulate da Mullen possono danneggiare la guerra contro il terrorismo». Le stesse fonti hanno anche riferito che «la delegazione pachistana ha protestato per l’incremento degli attacchi dei droni nelle zone tribali, considerati controproducenti, ed ha chiesto agli Usa di rivedere questa sua politica». Commentando l’incontro l’ex generale ed analista militare Jamshed Ayaz ha detto che «tutte le questioni aperte fra Usa e Pakistan dovrebbero essere risolte attraverso un negoziato e non con dichiarazioni pubbliche accusatorie. In questo senso l’incontro fra Kayani e Mattis è un segnale molto positivo». A mio giudizio, «non credo che l’Isi stia appoggiando la Rete Haqqani, mentre penso che questo gruppo stia attaccando le truppe straniere in Afghanistan come parte della sua strategia. Il modo migliore per fermare questi attacchi è che Usa e Pakistan si siedano allo stesso tavolo e mettano a punto un progetto capace di bloccarli».
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