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Sorpresa polacca. La destra riperde

Il premier Donald Tusk ha vinto le elezioni legislative di oggi in Polonia. Stando infatti agli exit poll diffusi dalla televisione pubblica Tvp 1 subito dopo la chiusura dei seggi alle 21:00, al suo partito liberale di centro Piattaforma civica (Po) è andato il 39,6% dei voti, rispetto al 30,1% conquistato dal partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS) del leader dell’opposizione Jaroslaw Kaczynski.

Al terzo posto, a sorpresa, si è piazzato il Movimento Palikot (MO), una formazione radicale e anticlericale creata dal ricco imprenditore Janusz Palikot, al quale è andato il 10,1% dei consensi. Quarta forza in parlamento il Partito dei contadini (Psl, alleato al governo con Po), che si aggiudica l’8,2%, seguito dal partito socialdemocratico (Sld) con il 7,7%. Non superano lo sbarramento del 5% necessario a ottenere seggi al Sejm (Camera bassa del parlamento) la formazione Pjn (La Polonia è la cosa più importante, Polska jest najwazniejsza) e il Partito del lavoro.

La coalizione di governo, sempre stando ai primi dati parziali basati sull’elaborazione degli exit poll, mantiene così la maggioranza parlamentare, con 239 seggi complessivi (212 al Po e 27 al Psl) sul totale di 460 seggi presenti al Sejm.

 

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Il vero vincitore delle elezioni legislative di oggi in Polonia è il Movimento radicale e anticlericale del ricco imprenditore Janusz Palikot (MP) che, con oltre il 10% delle preferenze, si è piazzato al terzo posto alle spalle del partito liberale Piattaforma civica (Po) del premier Donald Tusk (39,6%) e della formazione conservatrice Diritto e Giustizia (PiS) di Jaroslaw Kaczynski (30,1%). Il Movimento Palikot mette a così a segno un autentico exploit, scavalcando l’ Alleanza della sinistra democratica (Sld), sia il Partito dei contadini (Psl), alleato del Po nella coalizione di governo. Palikot, 47 anni, che la stampa tedesca ha definito il ‘Berlusconi polacco’, prima di diventare uomo d’affari ha studiato filosofia all’Università cattolica di Lublino e a quella di Varsavia dove si è laureto con una tesi su Immanuel Kant. Successivamente ha lavorato presso l’Accademia delle scienze.

Con la svolta democratica del paese nel 1990 ha lasciato il campo scientifico per dedicarsi all’economia. Ha fondato e diretto per undici anni la società ‘Ambra’ specializzata nella produzione e distribuzione di vini, e in seguito ha gestito la società Jablonna che controllava Polmos Lublin, uno dei maggiori produttori di vodka. In tale veste è stato anche vicepresidente del Consiglio polacco degli imprenditori e della Confederazione di datori di lavoro privati.

Nel 2006 Polmos è entrata in borsa e Palikot ha venduto le sue azioni. Attualmente è proprietario di una casa editrice e di una rete di librerie. Nel 2006 il suo patrimonio è stato valutato in circa 330 milioni di zloty (85 milioni di euro) e Palikot si è piazzato al 50/mo posto della lista dei polacchi più ricchi stilata dal periodico Wprost. Nel 2005 si è iscritto nella Piattaforma civica ed è stato eletto deputato.

Rieletto al Sejm (Camera bassa) nel 2007 ha diretto una commissione parlamentare sui problemi della burocrazia. Da politico è diventato famoso per il suo stile stravagante. Nel 2008 parlando in uno studio tv di corruzione dei quadri del calcio polacco ha tirato fuori la testa di un maiale. Un’altra volta, accusando agenti di polizia di molestie sessuali nel corso di una conferenza stampa, ha tirato fuori un grande fallo di silicone.

Palikot si è espresso più volte negativamente sul ruolo della chiesa nello stato polacco e ha criticato i vescovi per le loro ‘pance troppo grassè come segno di scarsa sobrietà. Ha inoltre criticato in modo duro il defunto presidente Lech Kaczynski imputandogli tra l’altro un abuso di alcool. Con queste uscite Palikot è diventato scomodo per il partito di Tusk, che ha lasciato un anno fa. Da allora si è impegnato nella fondazione della sua formazione politica.

Il Movimento di Palikot è trasversale e riunisce persone diverse, spesso si tratta di esclusi della società, piuttosto giovani, di sinistra e di destra. E come tale potrebbe diventare il cavallo di Troia del nuovo Parlamento polacco.

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