Un centinaio di islamici di ispirazione salafita sono stati arrestati per l’assalto alla Tv “Nessma” di proprietà del noto finanziere Frank Ben Hammar. La televisione è stata incolpata di aver trasmesso venerdì sera il film di animazione di grande successo franco-iraniano Persepolis, seguito da un dibattito sul fondamentalismo religioso.
Intanto però, altri scontri scoppiavano davanti all’ingresso del principale campus universitario di Tunisi: il divieto per le ragazze con il niqab (velo integrale) di iscriversi agli atenei del Paese ha provocato la rabbia degli islamisti. Nei giorni scorsi, gruppi di integralisti islamici avevano seminato il terrore nell’università di Sousse. Oggi, a Tunisi, la polizia li ha dispersi con il lancio di candelotti lacrimogeni. Davanti alle forze dell’ordine, i giovani sventolavano le bandiere del partito religioso Ettahir, che non partecipa alle elezioni per l’Assemblea costituente. Molti dei manifestanti hanno trovato rifugio in una vicina moschea e poi hanno trovato manforte dai giovani del quartiere popolare di Jebal Lahmar, che si sono uniti a loro in una sassaiola contro gli agenti. La questione del divieto, a livello nazionale, di indossare il niqab negli atenei, sta diventando un tema di primo piano: ieri, molte centinaia di donne sono scese in piazza a Tunisi per protestare contro le campagne intimidatorie degli integralisti e contro il velo integrale, rivendicando la laicità della società tunisina. I ‘barbus’, i barbuti (come vengono chiamati gli integralisti) minacciano di intensificare le loro azioni, rendendo il clima pre-elettorale sempre più caldo.
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