La protesta degli indignati contro le banche, il sistema economico e l’èlite politica è arrivata anche in Svizzera: a Zurigo circa un migliaio di persone si è riunita ieri sulla Paradeplatz, il cuore del mondo finanziario elvetico, e una quarantina di loro vi ha passato anche la notte, sfidando il freddo. A Ginevra sono scesi in piazza 300 attivisti, a Basilea 100 e a Berna 50. Le manifestazioni in Svizzera – l’unica autorizzata era quella della città sul Lemano, ma tutte si sono svolte senza incidenti – si inseriscono nel quadro di un’azione mondiale, che interessa fra l’altro New York, Berlino, Bruxelles e Roma. A Zurigo l’invito a farsi sentire all’insegna del motto «Salvate la gente non le banche!» era giunto da Gioventù socialista (GISO), giovani Verdi e dai gruppi «We are change» e «Echte Demokratie jetzt». Molti dimostranti si sono anche travestiti, per esempio da Robin Hood o da banconote; tanti anche gli striscioni con slogan contro le banche. L’ambiente era comunque disteso: la polizia era presente ma non è intervenuta.
Avrebbe dovuto partecipare anche l’ex consigliere nazionale socialista Jean Ziegler, ma ha perso il suo volo da Parigi. In un’intervista alla «SonntagsZeitung» il sociologo sostiene che la Svizzera abbia assolutamente bisogno di questo movimento: descrivere quanto sta succedendo come una rivolta dei teorici dei complotti è un attacco diffamatorio e inaccettabile a un movimento di cittadini.
A Zurigo sono state montate una dozzina di tende e si è cantato e danzato sino a notte fonda. «Alcuni bivaccano addirittura senza alcuna copertura», ha indicato l’attivista Laurent Moeri all’ats. L’intenzione è proseguire la manifestazione anche nei prossimi giorni: nel caso in cui le forze dell’ordine volessero sgomberare la piazza, la protesta si sposterebbe al Lindenhof, ha spiegato Moeri.
Da parte loro le forze dell’ordine hanno chiesto che i dimostranti lascino il posto entro domani mattina: il dialogo con gli attivisti è stato finora costruttivo, ha osservato il portavoce della polizia comunale Michael Wirz.A Basilea un centinato di persone si è trovata davanti alla sede della Banca dei regolamenti internazionali, più che altro per discutere, senza megafoni e anche senza striscioni. L’appello a bloccare simbolicamente l’istituto era giunto via internet.Qualche slogan in più per contro a Berna, dove una cinquantina di dimostranti è sfilata nel centro cittadino distribuendo volantini ai passanti.
A Ginevra 300 persone si sono radunate sulla Place des Nations. In un clima pacifico, numerosi partecipanti hanno espresso le proprie opinioni. «Sono venuto a sostegno del movimento globale. Voglio che il nostro pianeta sia un luogo più giusto e piacevole in cui vivere. È importante essere qua ed è simbolico essersi riuniti davanti al palazzo delle Nazioni Unite», ha dichiarato ad esempio Cyril.Non è ancora chiaro se il movimento durerà nel tempo: «Bisognerà mettersi d’accordo su un motivo principale contro cui protestare se vogliamo una vera indignazione a Ginevra. I paesi arabi l’hanno fatto contro le dittature, la Spagna contro la disoccupazione e New York contro Wall Street. In Svizzera non abbiamo ragioni concrete e globali», ha affermato Hèloise.
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