Gli occupanti di St. Paul hanno retto alla notte più difficile: la prima. Gli indignati in salsa britannica, dopo qualche tensione con la polizia, sono infatti riusciti a mantenere le posizioni e alla mattina, poco prima che nella Cattedrale si tenesse la prima funzione, a dar loro il benvenuto si è presentato il canonico in persona, Gilan Fraser. «La gente ha diritto alla protesta», ha detto Fraser ai circa 250 manifestanti accampati nei pressi del sagrato. «E sono molto felice che la gente abbia diritto alla protesta». Una benedizione in piena regola, insomma.
Per il collettivo OccupyLSX, il gruppo che ha proposto e organizzato l’azione dimostrativa, in origine rivolta alla sede della borsa di Londra, che si trova nell’adiacente Peternoster Square, è il primo innegabile successo. Il canonico ha poi chiesto alle forze dell’ordine di «mollare la presa» sulla zona della Cattedrale, perché gli «indignati» londinesi «sono stati rispettosi» e la situazione è «perfettamente pacifica». Il canonico ha quindi invitato i manifestanti a entrare in chiesa per partecipare al servizio della mattina: «Parleremo del ruolo che il settore finanziario, il governo e l’avidità delle corporation hanno avuto nel rovinare la vita della gente comune e come, lavorando assieme, possiamo cambiare le cose e fare la differenza».
Il risveglio, dunque, non poteva essere migliore. Il sole, per il secondo giorno di fila, ha fatto capolino fra la cupola neoclassica di St. Paul e i palazzi della City, dando la possibilità agli occupanti di organizzarsi meglio. Una cucina da campo è sorta sul lato sinistro della chiesa e ha iniziato a distribuire beni di base donati dai sostenitori e da comuni cittadini. Un «centro stampa» munito di generatore a gasolio è stato anche messo in piedi per permettere collegamenti live e gestire il rapporto coi giornalisti e il «resto del mondo».
La lotta degli «indignati» per conquistare «cuori e menti», o almeno quelli dei fedeli che frequentanto St. Paul, pare vinta. «Il clima nei confronti dei manifestanti era in generale buono», ha raccontato Diane Richards, assistente sociale 36enne. «Hanno mantenuto un’atmosfera pacifica e sembrano molto ben organizzati». Scotland Yard, dopo aver sulle prima dichiarato che occupare il sagrato della chiesa è «illegale e irrispettoso», ha dovuto ricredersi e ha fatto sapere di non essere intenzionata a sgomberare l’accampamento, «per ora». La battaglia del movimento inizia adesso. «Vogliamo creare un’isola di responsabilità sociale nel cuore della City», ha detto uno dei portavoce. L’asse di solidarietà Londra-New York, i due epicentri della grande crisi, è dunque servito.
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