Secondo il quotidiano israeliano Ma’ariv, il governo di Tel Eviv ha effettivamente intimato all’Egitto di ritirare dal Sinai le armi pesanti schierate senza il consenso preventivo israeliano e dunque in violazione degli accordi bilaterali di pace tra i due paesi. Il messaggio sarebbe stato inviato tramite la Casa Bianca per dargli maggior peso (gli Usa sono infatti i garanti del trattato di pace).
Lunedì scorso fonti della sicurezza egiziana avevano annunciato l’imminente schieramento nel Sinai di nuovi blindati, aerei da combattimento e lanciarazzi, ufficialmente per la lotta contro le infiltrazioni di gruppi terroristi nella regione. Martedì sera l’ufficio del presidente egiziano Morsi aveva smentito che Israele avesse chiesto all’Egitto di ritirare ufficialmente carri armati e veicoli blindati dal Sinai per l’operazione contro i jihadisti dopo l’attentato alla polizia egiziana.
Dennis Ross, l’ex inviato speciale in Medio Oriente per le amministrazioni americane di Bush padre di Bill Clinton e attuale consigliere di Barack Obama, ha scritto sul Washington Post che gli Stati Uniti dovrebbero mettere in guardia il nuovo governo del Cairo dal violare gli accordi con Tel Aviv. Secondo Dennis Ross, se le violazioni continueranno con l’invio di carri armati e aerei nel Sinai senza avvertire Israele, gli Usa dovranno minacciare la sospensione degli aiuti economici versati ogni anno all’Egitto. Nel suo articolo Ross mette anche in guardia anche contro attacchi alla minoranza cristiana in Egitto, sottolineando che più di 100.000 copti hanno lasciato il paese di recente. L’Egitto, per la prima volta dalla guerra del Kippur nel 1973, aveva annunciato di voler schierare carri armati pesanti e aerei da combattimento nel Sinai per combattere i terroristi jihadisti. La decisione sarebbe stata presa dal nuovo ministro della difesa egiziano,Abdel Fatah al-Sisi, in visita d’ispezione lunedì nel Sinai.
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