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Rehn (Ue). “Nessuna nuova condizione per aiuti anti-spread”

Aiuti e interventi anti-spread non si baseranno su nuove condizioni, ma su quelle già concordate tra Ue e Paese coinvolto. Lo spiega al Sole 24 Ore il commissario europe Olli Rehn. «C’è stata molta confusione su questo aspetto – ammette Rehn -. Se la commissione riceve una richiesta di aiuto, il paese coinvolto sarebbe chiamato a firmare un protocollo d’intesa preparato dalla commissione in collaborazione con la Bce e probabilmente l’Fmi. Il memorandum si baserebbe sulle raccomandazioni-paese che hanno proprio come obiettivo di garantire al paese un risanamento dei conti pubblici e maggior crescita economica. In questo senso, non vi sarebbero nuove condizioni», «l’obiettivo – aggiunge – sarebbe di assicurare una migliore adozione delle raccomandazioni già esistenti».
L’Italia sta elaborando le nuove previsioni programmatiche, dalla crescita al pareggio di bilancio, e Rehn fa trasparire nell’intervista una possibile elasticità europea a fronte delle difficoltà congiunturali della crisi. «Stiamo valutando le prospettive italiane di crescita – dice rispondendo ad una specifica domanda – Il Paese ha preso dal 2010 in poi decisioni di importanti pur di raggiungere il pareggio di bilancio il più velocemente possibile. L’Italia è molto vicina a raggiungere questo obiettivo nel 2013. Le ricordo che il Patto di stabilità e di crescita mette l’accento sulla sostenibilità strutturale delle finanze pubbliche (…). La sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche è l’aspetto chiave, per l’italia e per tutti i paesi».
«Il governo – spiega inoltre Rehn parlando dell’Italia – deve fare tutto il possibile per tenere il ritmo delle riforme. In questo senso, l’esecutivo ha il mio pieno appoggio», tuttavia, «al di là delle misure presentate – aggiunge – credo sarebbe utile che il Paese presenti un piano di priorità politiche e uno scadenzario preciso delle riforme strutturali che intende adottare in un orizzonte che vada oltre il 2013».
Come dicevamo, l'”agenda Monti” è per sempre. Indipendentemente dalla faccia che andrà a palazzo Chigi.

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