“Ora basta”. Con questo slogan di rabbia i sindacati greci hanno deciso di convocare uno sciopero generale. La data scelta è “la prima possibile sul calendario”: il 26 settembre.
Sarà questo il primo sciopero generale da quando, nel giugno scorso, si è insediato il nuovo governo Samaras. Al centro della protesta vi sono le nuove – “e devastanti” – misure di austerità richieste dai creditori internazionali che prevedono nuovi tagli alla spesa pari a 11,5 miliardi di dollari.
E’ la Gsee, la Confederazione generale dei lavoratori greci, a spiegare come questa protesta “è volta a respingere categoricamente l’intervento del governo per regolamentare il salario minimo nel settore privato e abolire la libera contrattazione collettiva”. Non solo.
“La protesta è per dire no all’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e all’aumento degli orari lavoratori”. Al centro della piattaforma rivendicativa, ovviamente, anche il rifiuto della richiesta, da parte della troika ‘Ue-Bce-Fmi’, di licenziare almeno 15mila impiegati pubblici.
Significativo il fatto che lo sciopero arrivi addirittura prima della definizione del pacchetto dei tagli da parte dell’esecutivo. E’ la prova che, in Grecia, la tensione sociale è ormai alle stelle.
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