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Pakistan. Proteste contro le stragi provocate dai droni Usa

L’agenzia Nena News riferisc che il ministero degli Esteri pachistano ha consegnato una protesta formale all’ambasciata americana ad Islamabad per i nuovi attacchi di droni nei territori tribali pachistani che in due giorni hanno causato almeno 23 morti. In un comunicato si precisa che gli Stati Uniti sono stati informati della convinzione del Pakistan che i blitz dei droni sono un chiara violazione delle leggi internazionali e della sovranita’ nazionale. Si sottolinea nel testo: «Questi attacchi sono inaccettabili per il Pakistan».
Mercoledì un aereo senza pilota operato dalla Cia ha ucciso cinque presunti militanti nel Waziristan settentrionale e ieri un altro ha sparato quattro missili su un complesso di edifici nella Orakzai Agency uccidendo 18 persone, fra cui il Maulvi Shakirullah, comandante del gruppo Hafiz Gul Bahadur del Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP), accusato di complicità con la Rete Haqqani e al Qaida.

Per protestare contro l’ennesimo eccidio, c’erano stati due giorni di protesta contro i raid dei droni americani nelle aree tribali pakistane al confine con l’Afghanistan. Una carovana guidata dall’ex star pakistano del cricket Imran Khan non e’ pero’ riuscita a entrare nel Sud Waziristan. Le forze di sicurezza pakistane per motivi di sicurezza hanno impedito alle migliaia di manifestanti di entrare nella regione. Gli organizzatori avevano previsto di concludere la loro protesta con un comizio a Kotki, ma hanno dovuto fare marcia indietro e rientrare nella cittadina di Tank, nei pressi del confine con il Sud Waziristan, dove Khan ha tenuto un discorso davanti a migliaia di persone e membri delle tribu’ locali, denunciando gli attacchi condotti dagli Stati Uniti con gli aerei senza pilota.

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