Wall Street ancora giù. Con gli occhi puntati a Washington e al nodo del ‘fiscal cliff’ (se non verrà ridotto il debito pubblico da gennaio partiranno tagli automatici alla spesa federale e aumenti delle tasse), la borsa americana continua a perdere terreno. Il Dow Jones perde 121,41 punti, o lo 0,94% a 12.811,32 punti. Il Nasdaq cede 41,70 punti, o l’1,42%, a 2.895,58 punti. Lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,22% a 1.377,51 punti.
Con la rielezione del presidente Barack Obama, Wall Street si prepara a una nuova possibile stretta delle regole e si provaora a cercare di rimediare e ricucire un rapporto difficile con Obama dopo aver il larghissima parte sostenuto anche finanziariamente Romney.
A preoccupare Wall Street sono il rallentamento dell’economia europea ma anche la possibile paralisi di Washington nel risolvere il nodo della spesa e delle tasse: senza un accordo in Congresso scatteranno tagli automatici alla spesa e un aumento delle tasse per il 90% delle famiglie americane fra la fine dell’anno e l’inizio del 2013.
Gli occhi sono puntati anche a come l’amministrazione Obama cercherà di risollevare il mercato immobiliare, quello al centro della crisi del 2008. Quando Obama ha assunto l’incarico nel 2009 si è trovato alle prese con prezzi delle case in forte calo ed è stato “costretto” a intervenire a gamba tesa. Il mercato immobiliare sembra ora stabilizzato ma l’intervento pubblico è ancora molto presente e l’exit strategy della Casa Bianca non è ancora chiara.
Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi del credito ipotecario sono stati infatti nazionalizzati con la crisi, e garantiscono ancora il 92% dei nuovi mutui erogati. La vera domanda – secondo gli osservatori – è vedere se il settore privato è disposto a rimpiazzare il governo: se non lo è, il rischio è che un’uscita del governo l’erogazione dei mutui rallenti e i prezzi delle case di indeboliscano.
“Il mercato”, se lo conosci, lo regoli. Persino negli Usa…
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