Altri cinque bambini e tre adulti palestinesi morti sono stati estratti dalla macerie di una casa nel rione Nasser di Gaza. Lo dicono fonti giornalistiche locali spiegando che appartengono alla famiglia Adalu. Sale quindi a nove il tragico bilancio di bambini uccisi durante i raid israeliani di oggi.
Fonti israeliane confermano intanto che quattro israeliani sono rimasti feriti, oggi pomeriggio, da un razzo Grad palestinese che ha colpito il loro veicolo all’ingresso della città di Ofakim. Una dozzina gli israeliani nella giornata di oggi hanno avuto bisogno dell’intervento dei servizi di pronto soccorso. Un razzo ha centrato un’auto a Holon (poco a sud di Tel Aviv) mandandola a fuoco. Più di 30 i razzi palestinesi sono stati lanciati questa mattina dalla striscia di Gaza contro Beersheba, Ashdod, Ashkelon, Sderot e altre città israeliane. Il sistema anti-missilistico “Cupola di ferro” ne ha intercettati solo 17, compresi due missili diretti verso Tel Aviv, dove le sirene d’allarme hanno suonato per la quarta volta dall’inizio dell’operazione “Colonna di fumo”. Nella mattinata di oggi le Forze armate israeliane hanno colpito più di 70 obiettivi nella striscia di Gaza. Dall’inizio dell’operazione “Colonna di fumo” – iniziata la sera del 14 novembre – sino a questa mattina, le Forze armate israeliane aeree e navali affermano di aver compiuto più di mille attacchi su Gaza. La portavoce delle Forze armate israeliane, Avital Leibovich, ha spiegato alla stampa che l’attacco di questa mattina a un edificio nella striscia di Gaza che ospita alcune testate giornalistiche, fra cui la tv di Hamas “al-Quds”, è servito “per colpire antenne di trasmissione usate da Hamas per le sue operazioni terroristiche”. “Sapevamo che dentro l’edificio c’erano giornalisti – ha detto Leibovich – e per questo siamo stati attenti a non attaccare nessun altro piano dello stabile”. Nell’attacco sono riamasti feriti sei giornalisti. Leibovich ha aggiunto che il consiglio ai giornalisti a Gaza è di “tenersi distanti da tutte le postazioni di Hamas”.
(fonti israeliani: Y-net news, Israele.net)
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