Teheran ha redatto un piano in sei punti per porre fine alla crisi siriana e alla guerra civile che sta insanguinando il Paese da quasi due anni. L’annuncio è giunto dal ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, che ha dato i dettagli di una proposta già ideata ad ottobre.
Il piano dell’Iran, principale alleato del presidente Bashar al-Assad, prevede l’avvio di un percorso, sei passi verso la fine della crisi.
Prima di tutto, il cessate il fuoco immediato tra le parti sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Secondo punto, “la revoca delle sanzioni contro la Siria per aprire la strada alla distribuzione degli aiuti umanitari” ad una popolazione stremata. Terzo, “una volta che sarà assicurata la calma – ha continuato il ministro Salehi – deve aprirsi il dialogo nazionale. Un governo di transizione avrà il compito di organizzare elezioni libere per il parlamento, l’assemblea costituente e la presidenza”.
Quarto, “il rilascio di tutti i prigionieri politici detenuti dal governo e l’accesso a processi imparziali”. Quinto, la creazione di una commissione che valuti i danni provocati dal conflitto alle infrastrutture del Paese. Infine, la fine della campagna globale di propaganda contro il regime di Assad e la conseguente “disinformazione” contro le azioni del governo in carica.
Da tempo l’Iran fa appello all’unità nazionale e chiede alle parti, regime ed opposizioni, di sedersi al tavolo per trovare una soluzione politica alla crisi. Insieme. Un appello che i gruppi di opposizione hanno sempre rigettato, rifiutando di riconoscere il presidente Assad come istituzione legittima.
Allo stesso modo, i Paesi occidentali coinvolti nella soluzione della crisi siriana non riconoscono Teheran come parte in causa. Diversa l’opinione dell’ex inviato speciale delle Nazioni Unite e del Quartetto, Kofi Annan: l’ex segretario generale dell’Onu propose un piano in sei punti (fondato sulla necessità di una compartecipazione di opposizioni e regime nel processo di pianificazione nazionale) che prevedeva anche l’intervento diplomatico dell’Iran, visti i suoi stretti legami politici ed economici con Damasco. Un piano mai applicato, che condusse Annan alle dimissioni. Nena News
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