La polizia ha disperso, con cariche e lanci di granate lacrimogene, una folla di manifestanti che aveva dato l’assalto al Palazzo del governatore di Sidi Bouzid (ma la versione dei manifestanti è che le cariche della polizia si sono accanite contro una manifestazione pacifica). La protesta é scattata quando il governatore ha cercato di tornare nel suo ufficio, dal quale era assente da una settimana per le proteste contro di lui, considerato troppo legato ai partiti del governo, in particolare agli islamisti di Ennahda. I manifestanti, allontanati dallo spiazzo antistante il governatorato anche a colpi di manganello, si sono spostati in altre zone della città per proseguire la protesta. Sidi Bouzid, già dalle ore successive all’uccisione del deputato di sinistra Mohamed Brahmi (che era originario della regione), è teatro di proteste quasi quotidiane, alimentate da esponenti dell’opposizione alla ‘troika’ di governo (Ennahda, Ettakatol e Congresso per la Repubblica) e da rappresentanti della società civile e dei movimenti popolari. Nella città, peraltro, vengono attuate forme differenti di disobbedienza civile come il rifiuto dell’autorità degli organi dello stato per marcare quella che viene definita ”indipendenza” dal potere centrale finché il governo non si dimetterà e non verranno indette nuove elezioni.
Sull’altro fronte invece continuano gli attacchi dei gruppi armati islamisti. E’ morto, facendo salire a due il bilancio dell’attentato, uno dei soldati tunisini rimasti feriti nello scoppio di un ordigno fatto esplodere da terroristi islamici sul monte Chaambi, al passaggio del loro automezzo. Il soldato é deceduto nell’ospedale di Kasserine, dove era stato trasportato per tentare di salvargli la vita.
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