I dirigenti della polizia di Rio de Janeiro hanno cominciato a sostituire gli agenti in servizio a Rocinha, la ‘favela’ più grande della metropoli brasiliana, dopo denunce di numerosi casi di tortura di cui sarebbero stati protagonisti.
Per il momento è stato deciso che 70 dei 700 uomini inquadrati nelle cosiddette Unità della polizia pacificatrice (Upp) che pattugliano Rocinha – un enorme agglomerato che ospita circa 100.000 persone fra i ricchi quartieri di Gávea e São Conrado – siano trasferiti ad altro incarico.
Il caso più grave, fra quelli che hanno obbligato i capi della polizia a prendere provvedimenti comunque non certo drastici, riguarda un operaio edile, Amarildo de Souza, di cui non si hanno più notizie dal 14 luglio scorso, giorno in cui venne arrestato e interrogato presso il commissariato della Upp di Rocinha. I pm responsabili dell’inchiesta hanno chiesto l’arresto di 25 agenti sospettati di aver torturato l’uomo fino ad ucciderlo. Nel corso delle indagini, inoltre, una ventina di abitanti di Rocinha hanno denunciato di essere stati vittime di abusi nella stazione di polizia della ‘favela’.
Per il momento, tuttavia, il governo di Rio non ha in programma modifiche nella sua politica di sicurezza applicata dalla fine del 2008, in vista dei prestigiosi ma anche contestatissimi appuntamenti dei Mondiali di calcio del 2014 e dei Giochi Olimpici del 2016. Politiche che hanno portato all’espulsione dalle baraccopoli di alcune delle bande di narcotrafficanti e all’installazione dei commissariati delle Upp. In cinque anni, le Upp sono diventate 34: vi sono impiegati in totale circa 9000 agenti che pattugliano le strade di 233 ‘favelas’.
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