La Duma di Stato ha approvato all’unanimità la versione finale del testo della amnistia, dedicata al 20esimo anniversario della Costituzione della Federazione Russa e dal chiaro sapore propagandistico alla vigilia delle olimpiadi invernali di Sochi. Secondo le agenzie russe nell’amnistia, che concerne reati che prevedono fino a cinque anni di reclusione e solo chi non ha mai scontato prima altre pene detentive, possono rientrare alcuni attivisti arrestati durante le proteste anti Putin il 6 maggio 2012, gli ambientalisti di Greenpeace – compreso l’italiano Cristian D’Alessandro – che a bordo dell’Arctic Sunrise alcuni mesi fa assaltarono simbolicamente una piattaforma della Gazprom nel mare artico e le due Pussy Riot imprigionate dopo la provocatoria performance nella cattedrale di Mosca.
Ma l’amnistia non riguarda gli oppositori del presidente Vladimir Putin, Sergei Udaltsov e Leonid Razvozzhaev. Dal momento che la concessione dell’amnistia è di competenza esclusiva della Camera bassa del Parlamento, il documento non richiede l’approvazione del Consiglio della Federazione e la firma del Presidente ed entra in vigore immediatamente dopo la sua pubblicazione.
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