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Burkina Faso: pochi i soddisfatti dal “progetto di accordo”

Compromesso al ribasso per risolvere la crisi in Burkina Faso, quello annunciato ieri sera dal presidente senegalese Macky Sall, chiamato a fare da mediatore per conto della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, cui presenterà il “progetto d’accordo” domani, al vertice straordinario dei Capi di stato della Cedeao, ad Abuja, in Nigeria. Secondo “Jeune Afrique”, i principali punti dell’ipotesi di intesa riguardano il ripristino dei poteri di transizione, a partire dalla presidenza di Michel Kafando e l’indizione al 22 novembre delle elezioni cui potranno partecipare anche i candidati – inizialmente esclusi dal Governo di transizione – legati all’ex presidente Blaise Compaoré, deposto un anno fa a furor di popolo. Proprio la loro esclusione aveva costituito la ragione ufficiale del sollevamento, mercoledì scorso, dei militari del Reggimento di sicurezza presidenziale, guidati dal loro comandante, il generale Gilbert Diandéré: gli uni e l’altro pretoriani per trent’anni di Compaoré.
Nel progetto di accordo sono compresi anche la liberazione del primo ministro Isaac Zida – tutt’ora prigioniero dei golpisti – e il suo allontanamento però, in quanto militare, dal governo di transizione, che dovrà essere costituito di soli civili. Non basta, il compromesso prevede anche l’amnistia per i golpisti e rimanda al futuro governo la soluzione della riforma del Reggimento di sicurezza presidenziale, altro punto contro cui si erano sollevati i militari lo scorso 17 settembre.
Stando a “Jeune Afrique”, un punto irrisolto rimane quello della sorte del principale protagonista del golpe, il generale Diandéré, autonominatosi capo del Consiglio nazionale per la democrazia : un accordo tra autorità militari e civili del Burkina si annuncia quanto mai difficile. Guy-Hervé Kam, portavoce del movimento “Balai citoyen” che aveva guidato l’ottobre scorso la rivolta contro Compaoré, definisce l’ipotesi di compromesso “vergognosa”, che” legittima il colpo di stato e le richieste del Reggimento di sicurezza presidenziale”. Dall’altro lato della barricata, il Congresso per la Democrazia e il Progresso, legati a Compaoré, non ammettono il ritorno di Michel Kafando alla presidenza.

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