Solo un terzo delle piccole e medie imprese italiane utilizza la rete, appena il 5% l’e-commerce. Lo ha ricordato Alberto Cappellini, amministratore delegato di Seat Pagine Gialle, nell’intervento al convegno sulla storia delle imprese alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. «Come emerge dalla ricerca Pmi&Web che stiamo realizzando insieme a Confcommercio, chi sceglie internet ne coglie il valore e ne raccoglie i benefici. Infatti, il 51% di chi effettua investimenti in comunicazione digitale dichiara di volere incrementare la propria spesa e il 41% di mantenerla stabile. Di questo 51% il 25% dichiara di volere entrare nella vendita on-line. Al contrario, il 40% delle aziende che non investono sul web dichiara di non averne ancora compreso l’utilità». Secondo Cappellini, «serve uno sforzo di sistema per rendere più agevole per le imprese l’utilizzo delle tecnologie del web, come canale di sviluppo e volano di crescita e rilancio dell’economia nazionale». «Le associazioni di categoria, le istituzioni e le imprese come Seat Pagine Gialle – ha concluso – hanno l’opportunità e la responsabilità di farsi attori di un vasto processo di modernizzazione, ognuno secondo i propri ruoli e le proprie prerogative».
Ora, questa è la gran massa dell’imprenditoria italia, quella che ha fatto da incubatrice a Berlusconi e che ha chiesto a gran voce le “riforme” del lavoro portate avanti da Sacconi. Non c’è dunque da stupirsi che questo paese sia fermo come produttività, commerciabilità, innovazione.
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