La procura della Repubblica di Taranto ha notificato ieri mattina un atto in cui ai tre custodi giudiziali ed al presidente Bruno Ferrante nella sua duplice veste di custode amministrativo e presidente del cda, i pm chiedono l’ottenimento nel minor tempo possibile, dell’elenco degli interventi necessari per fermare le emissioni inquinanti, con i relativi costi e i tempi d’esecuzione. Non un’ordinanza dunque, ma una semplice disposizione pratica di quanto deciso nel vertice di sabato in Procura, in cui si chiede di «procedere immediatamente alla adozione delle misure necessarie alla pronta eliminazione delle emissioni nocive ancora in atto». Gli inquirenti della Procura che hanno la supervisione del lavoro dei custodi, hanno giustificato la misura riprendendo i punti più significativi delle motivazioni del Riesame. «I tecnici – si legge nel dispositivo – possono valutare e adottare, tra tutte le possibilità operative, quelle concretamente idonee a salvaguardare l’integrità e la sicurezza degli impianti e a consentire, in ipotesi, la ripresa dell’operatività dei predetti, in condizioni di piena compatibilità ambientale, una volta eliminate del tutto quelle emissioni illecite, nocive e dannose per la salute dei lavoratori e della popolazione e, in ogni caso, per l’ambiente circostante e quindi, come già rilevato, con espressa esclusione di ogni qualsiasi facoltà d’uso a fine di produzione». A tal proposito, Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno chiesto un nuovo incontro ai custodi giudiziari.
da “il manifesto”
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa