«Con sincera onestà di spirito dobbiamo riconoscere che tanto scempio è stato causato dalla prepotenza affarista di alcuni, ma anche dal silenzio di tanti». Lo ha scritto il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, nella lettera indirizzata ai sacerdoti e ai fedeli all’inizio del nuovo anno pastorale intitolata «Chiamati a custodire la vita».
Venti pagine nelle quali si fa una lunga analisi dello scempio ambientale consumato tra le province di Napoli e Caserta.
«Davanti ad un’azione di prepotenza, che danneggia l’intera comunità – scrive il vescovo – il silenzio non è solo il segno di un comprensibile atteggiamento di paura. È molto di più. Il silenzio è spesso l’espressione di un vivere nell’indifferenza, nel disinteresse per tutto ciò che non ci appartiene direttamente, per tutto ciò che è pubblico, per tutto ciò che è il bene comune».
«Per troppo tempo abbiamo tacitamente approvato chi sempre agisce, con furbizia e con prepotenza, a proprio vantaggio e a danno degli altri», denuncia il vescovo preoccupato dal fatto che ora «oltre i danni provocati all’ambiente per l’abbandono incontrollato di rifiuti e per i roghi accesi per tentare di distruggerli, l’interramento indiscriminato di grosse quantità di rifiuti industriali, dopo anni, comincia a mostrare i suoi terribili effetti negativi anche sulle coltivazioni agricole».
«Possiamo dire che chiunque sia stato protagonista del drammatico scempio ambientale della nostra terra ha considerato come uno scarto anche la vita degli altri uomini, compresi, forse, i suoi stessi familiari ed amici», conclude Spinillo.
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