Nonostante il freddo, un pubblico variegato di studenti, lavoratori e militanti della sinistra radicale ha partecipato ieri sera all’incontro/dibattito promosso dalla Rete dei Comunisti nella sala conferenze della Stazione Leopolda di Pisa, dal titolo “Fuori dall’Unione Europea: una proposta politica per il cambiamento”, incentrato sulla proposta che la Rete dei Comunisti discuterà nel forum euromediterraneo del 30/11 e 1/12 a Roma con compagni italiani e di altri paesi dell’Europa mediterranea.
Dopo un’introduzione che ha spiegato la genesi e i punti salienti della proposta di rottura dell’Unione Europea e costruzione di un’area euromediterranea che avvii un processo di transizione al Socialismo, gli interventi di Manlio Dinucci e di Moez Chemki, compagno tunisino del Partito di Lotta Progressista, sono entrati nel merito del documento preparatorio del forum: entrambi gli interventi hanno messo in rilievo la necessità di considerare gli interessi divergenti delle borghesie nazionali soprattutto in relazione alle loro proiezioni imperialiste, e il ruolo egemone che gli Stati Uniti continuano a mantenere nella competizione globale.
Marco Santopadre ha messo l’accento sull’importanza di guardare ai processi, che ci dimostrano da tempo come si stia accelerando nella costruzione di un Europolo imperialista con una borghesia transnazionale che possa giocare le sue carte nella competizione con gli altri poli imperialisti, mentre sono molti i dati degli ultimi anni (a partire dal mancato intervento in Siria) che ci dicono come l’egemonia USA risenta sempre più della crescita di Russia, Cina e delle ambizioni dello stesso Europolo.
Nelle contraddizioni oggettive del processo di costruzione della UE attorno agli interessi franco-tedeschi, che attraverso i suoi diktat sta impoverendo drammaticamente e sottraendo sovranità e democrazia i popoli dell’Europa del sud, si inserisce la proposta di rottura e di costruzione di un’area alternativa euromediterranea, solidale e in transizione verso il Socialismo, che guardi anche ai paesi della sponda sud del Mediterraneo. Un’alternativa che guarda come riferimento ideale all’ALBA latinoamericana e a quei processi rivoluzionari diversificati che la stanno costruendo.
Attorno a questa proposta crediamo sia possibile costruire un blocco storico nel quale i comunisti e gli anticapitalisti possono giocare le loro carte per la trasformazione rivoluzionaria qui ed ora: ne discuteremo insieme a compagni baschi, greci, spagnoli (oltre che italiani) a Roma, presso la Casa della Pace, nel Forum Euromediterraneo del 30/11 e 1/12.
Rete dei Comunisti – Pisa
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