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Roma. Dopo lo sgombero di Ponte Mammolo, contestato Gabrielli

Ieri mattina si è consumato l’ennesimo atto infame targato Giunta Marino e Partito Democratico, parte organica di quella lotta ai poveri a cui  ogni giorno siamo costretti ad assistere attraverso sfratti, distacchi delle utenze, sgomberi di case popolari e spazi sociali, e militarizzazione dei territori. Stavolta a farne le spese sono stati i 400 rifugiati che vivevano nella cosiddetta “baraccopoli” di Ponte Mammolo, già da anni abbandonati dalle istituzioni.

Senza preavviso, il Comune si è presentato con ruspe e blindati e ha iniziato a demolire l’insediamento, buttando gli averi degli abitanti in mezzo alla strada, quando non seppellendo i loro documenti ed effetti personali sotto le macerie dopo cariche e arresti. Nonostante le belle parole a favor di telecamere del presidente del Municipio e dell’assessorato della Danese, nessun piano di accoglienza o riallocazione è stato predisposto dalle istituzioni, che se sono lavate le mani una volta finito il lavoro delle ruspe. Gli sgomberati sono infatti rimasti all’addiaccio nella zona della metro, abbandonati a se stessi, senza cibo né acqua, in condizione igienico-sanitarie peraltro scandalose (e pericolose), se non per l’aiuto prestato da abitanti del quartiere, associazioni e solidali. Tra gli sgomberati, peraltro, ci sono decine di famiglie con bambini e minori non accompagnati.

Un atto inaccettabile per un quartiere come quello Tiburtino, caratterizzato storicamente alla sua nascita dalla presenza delle cosiddette “case sette e lire”, e dove case popolari e diritti sono frutto delle lotte e della resistenza di intere generazioni. Inoltre, vale la pena ricordare che ormai da anni Mafia Capitale e cooperative varie (attraverso centri di accoglienza, C.AA.T e quant’altro) stanno cercando sistematicamente di infiltrarsi nel territorio per gestire quelle “emergenze” che in questa città si sono dimostrate estremamente lucrative (ricordiamo a questo proposito la vergognosa vicenda del recente sgombero del residence Pietralata e l’altissimo numero di centri di accoglienza, eppure in questo caso inutili).

Come se non bastasse, lo sgombero ha prodotto una potenziale bomba ecologica. Nonostante i silenzi assordanti e le bugie delle istituzioni accorse sul campo, operatori attivi nell’insediamento hanno confermato la presenza di amianto nei tetti delle case nell’insediamento. 

Ricordiamo che si tratta di una sostanza mortale, che è stata trattata dalle ruspe e lasciata in mezzo alle macerie senza le minime precauzioni di sicurezza per lo smaltimento, e senza alcun avviso alla popolazione. 
Che fine farà la discarica lasciata dallo sgombero? Quando verranno rimosse quelle pericolose macerie, e smaltite da chi? In quale condizioni di sicurezza per il quartiere?

Per tutti questi motivi, invitiamo tutti gli abitanti del quartiere, i solidali e ovviamente i/le rifugiati/e brutalmente cacciati 
dall’insediamento a presenziare alla contestazione del neo-prefetto Franco Gabrielli domani alle h. 16.30 al Consiglio Municipale (via Tiburtina 1163), per riservargli l’accoglienza che si merita nel IV Municipio di fronte a una simile politica di accoglienza dei migranti e di gestione dell’emergenza abitativa, specialmente alla luce di quanto dichiarato al suo insediamento (“Non sarò un prefetto col manganello”), e a cui invece continuiamo ad assistere durante sfratti e sgomberi. 
Crediamo infatti che le istituzioni municipali e cittadine debbano essere messe di fronte alle responsabilità che hanno rifiutato di 
prendersi per un gesto che sa tanto di contro-moneta alla visita del Salvini di turno in altre parti della città, con la scusa oltretutto di un degrado che ieri non hanno fatto altro che aumentare.

Nodo Territoriale Tiburtina
Solidali con i rifugiati e i/le migranti

Foto di Patrizia Cortellessa.

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