Martedì 2 giugno ore 10.00 a via Roma, davanti alla sede di Banca Intesa, presidio – con mostra – della Rete Napoli No War.
I governanti italiani – dopo avere, insieme alla NATO e alle Petromonarchie, distrutto Libia e Siria e attizzato, dovunque, focolai di guerra – versano oggi lacrime di coccodrillo sui profughi che approdano da noi e pretendono di ristabilire l’”ordine” con nuove “missioni di pace” (una nuova guerra alla Libia è imminente) e nuove spese militari (è di ieri la conferma definitiva dell’acquisto dei cacciabombardieri F35).
Intanto, impazzano – oltre alla bellicista sfilata militare del 2 giugno – le celebrazioni per commemorare il centenario della Grande Guerra: tutte all’insegna dell’esaltazione del sacrificio per la Patria, dell’onore di essere Italiani “brava gente”, del richiamo alla compattezza nazionale contro i nemici interni ed esterni, della necessità di rafforzare il nostro apparato militare contro le “forze ostili”… Non bastavano i militari mandati dal Governo nelle scuole a fare “lezioni” sulla Prima guerra mondiale ed invogliare ad appoggiare le attuali missioni e ad arruolarsi. Ora si aggiunge anche una sfarzosa mostra realizzata dalla Banca Intesa-San Paolo e patrocinata dal Ministero della Difesa. Una mostra che pretende di parlare di “propaganda di guerra” nascondendo volutamente le mazzette che banche come Credito Italiano, Banco di Roma, Banca Commerciale Italiana, elargivano ai giornalisti per raccontare menzogne e trascinare così gli Italiani in una guerra costata 650.000 morti. Intesa-San Paolo, nata da quelle banche, ancora oggi è tra le banche che gestiscono le transazioni finanziarie per il commercio di armi (50 milioni nel 2014).
Intesa-San Paolo è assieme a Confindustria il finanziatore della TREELLLE, l’associazione che per conto del Governo Renzi ha creato il mostruoso progetto della “Buona Scuola” contro il quale in questi giorni stanno lottando decine di migliaia di insegnanti e lavoratori della Scuola.
Rete Napoli No War
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