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Provocazioni contro i No Tav, i blocchi proseguono

Nessun contatto o scontro durante la seconda notte di protesta ai blocchi realizzati dal movimento sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, all’altezza dello svincolo di Chianocco e sulla strada statale 25 del Moncenisio. I manifestanti che hanno trascorso la notte ai blocchi sono stati alcune centinaia, vicino aì falò per riscaldarsi. Dalle barricate si è più volte levato il grido  «Luca! Luca!» a sostegno di Luca Abbà, ancora in prognosi riservata al Cto di Torino e ieri sottoposto a dialisi.
Nel corso della notte, non lontano dai presidi, sono però andate a fuoco tre automobili, una catasta di legna e il telone di un Tir. In un caso si è trattato di un mortaretto che ha avviato le fiamme. Ma negli altri sono chiaramente azioni provocatorie contro il movimento. Le tre macchine incendiate, infatti, appartevano ad attivisti impegnati nella mobilitazione, parcheggiate in una strada laterale, nei pressi di uno dei blocchi.
La domanda semplice semplice è: stanno usando fascisti prezzolati o sono entrate in azione “squadre speciali”? Perchè in una valle dove lo Stato tiene da mesi migliaia di militari ed effettivi di Polizia – che i valligiani giustamente definiscono “forze di occupazione” – e dove negli ultimi giorni sono arrivati addirittura centinaia di rinforzi, non è pensabile che qualcuno possa muoversi così, liberamente. Non è la prima volta che le provocazioni contro i No Tav avvengono sotto gli occhi delle forze di ‘sicurezza’. In passato a bruciare erano stati presidi e roulotte, questa volta le automobili di alcuni attivisti. 

Gli incendi divampati la scorsa notte nella zona di Chianocco (Torino) – afferma Luigi Casel, uno degli attivisti No Tav – sono «evidentemente stati appiccati ai danni del movimento stesso». «Poco dopo le auto – spiega Casel – sono stati dati al fuoco il telone di un Tir e un pallet in un deposito di legna. Tutto lascia pensare che siano opera della stessa mano». Casel ricorda che a Borgone di Susa e Bruzolo, negli anni scorsi sono stati dati alle fiamme due presidi permanenti del movimento No Tav. Casel non esclude che la responsabilità degli incendi della corsa notte possa essere attribuita «anche a una sola persona, che – aggiunge – ha l’obiettivo di danneggiare il Movimento No Tav e i sui attivsiti ed è alla ricerca di visibilità. Noi – ha concluso – non ci lasceremo intimorire».

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