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Roma. I rifiuti vanno dove vuole Cerroni


Da sabato mattina il Comitato Malagrotta inizia un presidio permanente nel parcheggio all’incrocio tra Via della Pisana e Via di Malagrotta.

Qui di seguito la lettera aperta che il Comitato che si oppone alla vechia e alla nuova discarica ha inviato al Commissario straordinario Sottile e al presidente dell’Ama Salvatore Cappello.

Abbiamo letto con costernazione e quasi con un senso di incredulità che l’AMA si appresterebbe ad entrare in società con il Presidente del monopolio COLARI, proprietario di Malagrotta, per la cogestione della nuova megadiscarica di Roma, che lo stesso monopolista propone da tempo di insediare nell’invaso anche di sua proprietà di Monti dell’Ortaccio, a poche centinaia di metri da Malagrotta, e che ora dice potrebbe essere pronto nello spazio di tre-quattro mesi.

Ma l’accordo Sottile-Cerroni, clamorosamente annunciato oggi dagli organi di stampa, sarebbe, se confermato, altrettanto clamorosamente illegale perché andrebbe contro quanto disposto dallo stesso DPCM del Presidente del Consiglio dei Ministri, che prevede espressamente (per una volta…) una gara di evidenza pubblica per la gestione della nuova discarica. Se si verificherà quindi la disgraziata evenienza della “cogestione”, il Comitato Malagrotta impugnerà immediatamente tale atto sconsiderato e arbitrario davanti alla giustizia amministrativa.

Ma sarebbe poi questo il modo – chiediamo – per superare quella situazione di monopolio che, a detta di tutti gli osservatori italiani e stranieri più competenti, ha soffocato per quarant’anni il sistema di gestione rifiuti romano, rendendolo incapace di evolvere, modernizzarsi e mettersi alla pari con i sistemi delle altre grandi capitali dell’Europa occidentale? E questo il modo per stimolare l’imprenditorialità romana e laziale e il senso di responsabilità e partecipazione da parte dei cittadini e delle amministrazioni?

Certamente questo non è il modo giusto per liberalizzare il settore!!! Certamente si tratta invece di un nuovo monopolio, lo stesso COLARI di sempre, che ora non sarebbe più soltanto privato ma privato-pubblico: cioè il peggio del peggio. E tutto ciò al solo scopo di poter continuare il grosso business monopolista di oltre 4.000 tonnellate al giorno di rifiuti, e cioè continuare ad infierire sul territorio martoriato e inquinato (secondo tutti i dati ufficiali, che supponiamo lei dovrebbe conoscere) della Valle Galeria, delle sue acque, dei suoi terreni, dell’aria e della situazione sanitaria dei suoi abitanti e di tutti quelli dell’intero quadrante ovest di Roma.

Infierire ad oltranza con lo smaltimento dei rifiuti sull’ambiente Valle Galeria, invece di porre mano, dopo decenni di promesse e di attese, alla messa in sicurezza delle falde acquifere e alla bonifica, significherebbe soltanto una cosa: cinismo e affarismo senza scrupoli, a costo di provocare alla fine il vero e proprio disastro ambientale nell’area, per il quale le avvisaglie sono ormai più che evidenti attraverso i documenti dell’ARPA, dell’ISPRA, della ASL regionale di Roma e dell’Università di Perugia (per il Rio Galeria), nonché del Consiglio di Stato, che ha disposto una nuova perizia sulla contaminazione delle falde aquifere affidandola questa volta al Politecnico di Torino.

Una cosa è comunque certa: la popolazione della Valle Galeria non lascerà nulla di intentato, nessuna istanza a livello cittadino, nazionale e internazionale per ostacolare in tutti i modi possibili e per bloccare definitivamente ogni decisione insana e irresponsabile sul futuro ambientale di quest’area.

Tutti gli schieramenti politici – nessuno escluso – hanno superato per una volta i motivi di divisione e di contrasto e hanno espresso una posizione assolutamente trasversale, convergente e ferma NELL’OPPOSIZIONE TOTALE AD UNA NUOVA DISCARICA A MONTI DELL’ORTACCIO O IN QUALSIASI ALTRO SITO DI QUEST’AREA, SOTTOPOSTA A STRESS AMBIENTALE ENORME FIN DAGLI ANNI SESSANTA, CIOE’ DALL’ENTRATA IN FUNZIONE NEL 1962 DEL VECCHIO INCENERITORE DI PONTE MALNOME, CHE FU POI CHIUSO D’AUTORITA’ DAL TRIBUNALE DI ROMA NEL 1985.

Non voler tener conto neanche di questa posizione univoca delle istanze democratiche della Capitale significherebbe veramente fare una provocazione inaccettabile nei confronti della popolazione tutta.

Con distinti saluti,

COMITATO MALAGROTTA

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