Il Ministro dell’Ambiente ha varato il decreto sui rifiuti di Roma a base di diffide e supercommissari. Clini è un fautore dell’incenerimento. Secondo lui, i cittadini dovrebbero differenziare i rifiuti per poi bruciare plastica e carta, invece di riciclarle. Bruciarle significa avvelenare l’aria, significa tumori. Se Clini ha intenzione di incenerirci, di far partire la costruzione del megainceneritore di Albano o di far ripartire il gassificatore di Malagrotta – dichiarano i movimenti – troverà le barricate.
Ma se gli inceneritori incontrano la resistenza popolare, lor signori tentano una falsa alternativa: il Biogas. Difatti, sono in via di autorizzazione 165 centrali elettriche a combustione di biogas/biomassa nella sola provincia di Roma. Questi impianti possono utilizzare derrate agricole come il grano e il mais, ma così facendo si comprometterebbe l’agricoltura, togliendole la terra e avvelenandola. Oppure possono utilizzare i rifiuti organici di Roma, ancora una volta mettendo a rischio la salute dei cittadini per le loro emissioni. In base al decreto ministeriale, dal 25 gennaio i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio che hanno capacità residua autorizzata. La protesta delle Province del Lazio non si è fatta attendere, da Viterbo a Frosinone passando per Latina è un coro di no al decreto Clini.
Così come il Forum per Rifiuti del Lazio comunica di farla finita con i veleni e le ambiguità. La soluzione al problema dei rifiuti è semplice, e non servono discariche, inceneritori, impianti a biomasse, e neanche emergenze e supercommissari. Riduzione all’origine, raccolta differenziata porta a porta, riuso, riciclo; per la frazione organica, centri di compostaggio aerobico per produrre compost di qualità.
Una buona notizia viene dalla bocciatura del TAR del Lazio del piano rifiuti della Polverini, imperniato su discariche e inceneritori della Regione Lazio che con la sentenza n. 121/2013, su ricorso presentato dai Verdi, Vas e Forum Ambientalista, si dichiara che il piano è contrario alle direttive comunitarie in materia di discariche e rifiuti, tanto che la Commissione Europea aveva già previsto di iniziare una procedura di infrazione. Tra l’altro già incombeva il referendum abrogativo promosso dai movimenti “rifiuti zero” del Lazio.
Se non bastasse la Commissione Ue sta valutando la situazione e deve decidere se portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea. Bruxelles è preoccupata in generale dalla gestione dei rifiuti del Lazio una volta che Malagrotta avrà raggiunto i suoi limiti di capacità.
E ancora, la Procura ha aperto un fascicolo su Monti dell’Ortaccio e sull’emergenza rifiuti a Roma e un’indagine è stata aperta anche dalla magistratura. Il pubblico ministero Alberto Galanti ha chiesto di controllare l’AIA (autorizzazione integrata ambientale). Dopo le segnalazioni arrivate da parte del Comitato Malagrotta, è stato aperto un fascicolo, con sei indagati, tra cui Francesco Rando, l’ingegnere responsabile della società Giovi che gestisce la discarica di Malagrotta del monopolista della mondezza, Manlio Cerroni. Nel mirino ci sarebbe il documento, messo a punto dalla conferenza dei servizi, che prevede l’affidamento alla società di Manlio Cerroni della realizzazione della discarica provvisoria (durata 36 mesi). Il nuovo sito”provvisorio” ha destato le critiche e l’opposizione degli abitanti della zona di Valle Galeria, con la partecipazione e la solidarietà degli altri Comitati e Coordinamenti Rifiuti Zero, che nei giorni scorsi hanno messo in atto delle manifestazioni di protesta, tra cui il blocco della strada che conduce al deposito dell’Ama, l’azienda che si occupa della raccolta di rifiuti nella Capitale.
Questa storia per responsabilità trentennale delle amministrazioni che si sono succedute, rischia, se si persiste con queste politiche scellerate a sostegno degli interessi privati dei vari Cerroni di turno, di aprire la strada anche a Roma, ad una situazione drammatica come quella che ha vissuto la città di Napoli.
*Consiglio Metropolitano
vedi anche: https://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/13752-rifiuti-lazio-le-palle-di-clini
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