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Campania. Bonifiche e veleni: attenti ai soliti noti

Il Movimento Fiume in Piena, nella piattaforma condivisa, lo ha messo nero su bianco che le bonifiche, così come stavano partendo, sarebbero state in continuità con l’economia del traffico di rifiuti tossici con gli stessi protagonisti, le stesse ruspe e gli stessi camion  http://www.fiumeinpiena.it/dwn/piattaforma%20_fiumeinpiena_16%20NOV.pdf

E che i bandi pubblici non potevano lasciare alla Sogesid  il ruolo che le era stato assegnato fino ad ora.

Ma  proprio alla Sogesid, società in house del Ministero dell’Ambiente, i cui compiti vanno dall’assistenza tecnica nelle valutazioni di impatto ambientale alla definizione di interventi di messa in sicurezza e bonifica di siti contaminati, dalla redazione di piani di tutela delle acque al monitoraggio e alla vigilanza in materia di rifiuti, sarà “paradossalmente” affidato il compito di vigilare sull’appalto per lo smaltimento del percolato della Resit di Giugliano.

L’area che, ricordiamo, è stata indicata dal pentito Gaetano Vassallo come crocevia dello smaltimento di rifiuti pericolosi, in cui arrivava l’immondizia tossica da tutt’Italia e che, senza essere trattata, veniva semplicemente seppellita nelle tante cave della discarica di Scafarea nel giuglianese, a cominciare dai fanghi dell’Acna di Cengio. 

Affidato a quella società, cioè,  che da anni  sperpera montagne di soldi pubblici “per produrre solo carte e piani faraonici mai realizzati” distribuendo consulenze e incarichi agli amici (http://espresso.repubblica.it/affari/2013/07/01/news/milioni-tanti-bonifiche-zero-1.56498).

Grazie a questa questa bad practice e, a dispetto della spending review, sono stati ben 425 gli incarichi attribuiti dalla Sogesid nel 2012 (http://www.lanotiziagiornale.it/quella-societa-del-tesoro-che-paga-425-consulenze/), per una spesa di circa 10 milioni di euro mentre tra il 2008 e il 2011 sono stati spesi in totale 426 milioni di euro a fronte di bonifiche talvolta inefficaci, come nel caso di Marano e Grado in Friuli (http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=210495&sez=NORDEST) o dell’ex area della industria Caffaro e, talvolta, addirittura fantasma, come nella ex area Italsider di Bagnoli.

Per non parlare del suo presidente siracusano Vincenzo Assenza, che riceve uno stipendio di 257 mila euro all’anno, con un 30 per cento di bonus a obiettivi raggiunti, e che siede nel consiglio di amministrazione, con Luigi Pelaggi, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento illegale dei rifiuti dall’area ex Sisas di Pioltello-Rodano (http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2011/inquinamento/Il%20mistero%20dei%20rifiuti%20scomparsi.pdf) e per il disastro ambientale Ilva e Gianfranco Mascazzini, finito anche lui in varie inchieste giudiziarie.

Corrado Clini aveva annunciato la chiusura della Sogesid entro il 31 dicembre 2013 e, quello delle società partecipate resta un nodo importante da sciogliere perché dovrebbero tutelare la cosa pubblica piuttosto che danneggiarla o farci profitto.

Intanto i cittadini campani  possono stare sereni visto che tra un mese arriverà l’esercito con 850 uomini e tutto il normale vivere democratico verrà probabilmente di nuovo gestito “in deroga”, come già è accaduto nelle situazioni emergenziali, con buona pace della trasparenza, della partecipazione alle decisioni e del controllo diffuso.

Come dire dopo il biocidio, la beffa e anche il dejavù. 

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