In Italia, molte amministrazioni comunali che dovrebbero essere responsabili della salute dei cittadini, sono nel CDA delle società private che gestiscono il business dei rifiuti.
E fin qui nulla di anomalo, finché non entrano in ballo quelli pericolosi; una patata bollente che nessuno vorrebbe ma che in Toscana si è concretizzata già da anni nel Keu, il residuo di lavorazione della concia che contamina i terreni un po’ ovunque, ma nessuno rimuove.
I casi della ditta Ecofor Service Spa, titolare dell’impianto di Gello a Pontedera, e della Belvedere SpA di proprietà del Comune di Peccioli che controlla la discarica più grande della regione – simboleggiano questo stallo.
Business innanzitutto
Il Comune di Pontedera ha una quota del 28% nelle azioni di Ecofor, che ha chiuso il bilancio l’anno passato con 6 milioni di utili.
La giunta, a cui sono andati 1,2 milioni in dividendi, contraccambia con un’incessante campagna di lobbying ai fini di promuovere la Green Energy attraverso l’utilizzo di biogas ricavati dai rifiuti stessi.
A tal scopo, il Comune ha patrocinato gli EcoDays, l’evento-chiave di Ecofor, un workshop aperto al pubblico sul funzionamento del ciclo rifiuti tenuto in discarica.
Obiettivo scuole, associazioni e impianti sportivi, dopo la stipula con Terna di un contratto che consente alla società di immettere direttamente in rete l’energia ricavata da tali strutture.
Ecofor è una costola di Geofor, che a sua volta fa parte di Reti Ambienti, Spa a capitale pubblico.
Insieme servono un centinaio di Comuni nelle province di Pisa, Lucca, Livorno e Massa Carrara.
Nel 2021 scoppiò lo scandalo Keu, nel comparto conciario di Santa Croce sull’Arno: ceneri con elevata concentrazione di metalli pesanti, cromo in primis.
Secondo le indagini, il Keu veniva trasferito a Gello negli impianti di riciclo dell’imprenditore Lerose, legato alla cellula toscana della ‘ndrangheta, e miscelato tal quale con altri materiali impiegati in edilizia. Lerose fu condannato a un anno di domiciliari.
Nel 2022 è tornato in libertà.
La filiera dei veleni partì dai certificati illegittimi rilasciati dalla Regione dopo il trattamento iniziale del Keu nel depuratore di Santa Croce, che consentirono l’ingresso di questo rifiuto speciale nell’economia circolare.
Malgrado le conclusioni dello studio pubblicato tre mesi fa dall’Università di Pisa sulla possibile trasformazione cancerogena del cromo contenuto, la bonifica dei 13 siti principali, annunciata dalla Regione Toscana a gennaio, è rimasta lettera morta.
In ordine di grandezza, quelli più esposti a rischi per la salute pubblica sono: la regionale 429 all’altezza di Empoli – per l’assenza di allacci all’acquedotto, i residenti potrebbero ritrovarsi il cromo esavalente nei pozzi – il cantiere Green Park a Pontedera in pieno centro abitato accanto allo stadio, e altri Comuni della Valdera che hanno il Keu nelle tracce di acquedotti e perfino dentro gli agriturismo.
Il 27 aprile, il Consiglio di Stato diede ragione al Tar Toscana che aveva stabilito la non responsabilità dei privati per il riempimento della pista di cantiere del Green Park, annullando così l’ordinanza di rimozione emessa dal sindaco a carico delle società Green Park e Asso Costruzioni.
La palla avvelenata tornò tra i piedi del Comune, che si è costituito parte civile. Contro chi, non è dato saperlo, visto che le ditte in questione sono state scagionate.
L’opposizione, rappresentata da Presidio Civico, attraverso il consigliere Avv. Alberto Andreoli, ha commentato: “Ho presentato un’interrogazione al sindaco e alla giunta per capire come sia stata possibile la messa a dimora di 4mila metri cubi di materiale inquinante a pochi passi da case, scuole e impianti sportivi senza portare a compimento l’operazione di smaltimento di quel materiale e senza che nessuno dei soggetti preposti al controllo sia intervenuto per tutti questi mesi.
La normativa è chiara: è vero che proprietario e detentore del cantiere (Green Park e Asso Costruzioni – nda) non potevano sapere che il Keu steso nella pista di cantiere fosse nocivo, poiché il materiale era regolarmente certificato, però la messa a deposito temporaneo non doveva superare un anno (il termine ultimo di luglio è stato già prorogato a settembre 2023 – nda) ma ciò solo per una quantità limite di 30 m3, dopodiché i rifiuti vanno rimossi.
In caso contrario, si dovrebbero comminare sanzioni anche penali.
La visura ha constatato 3.648 M3 di terriccio misto a ceneri nere contenenti Keu!”
“Avete fatto richiesta di accesso agli atti giudiziari?”
“Certo, ma ci è stata negato sia l’accesso alla perizia ordinata dal Tribunale di Pisa nel 2019, che quello agli atti processuali depositati nel procedimento Tar.
Motivazione: La diffusione di questi documenti potrebbe pregiudicare il diritto di difesa nei procedimenti ancora in corso. Ma questi sono già in possesso delle controparti”.
Da sottolineare tra l’altro la precarietà della cosiddetta “messa in sicurezza” dei teloni che coprono il terreno contaminato, strappati in più punti, con reti di protezione divelte che consentono l’accesso al cantiere a chicchessia. Il sindaco, contattato via email a riguardo, ha risposto che avrebbe provveduto a informare il cantiere ma tutto è rimasto tal quale.
A Pontedera la partnership Comune/Ecofor è tuttora sotto lente dell’inchiesta Maschera, partita lo scorso anno dalla provincia di Frosinone. Si indaga sui codici “a specchio” CER (Catalogo Europeo Rifiuti) taroccati, che hanno certificato come ordinari dei rifiuti speciali usciti dal depuratore di Ceccano senza essere stati trattati.
Secondo gli inquirenti, una delle principali aziende coinvolte, la Navarra SPA, avrebbe spedito in discarica a Gello tali rifiuti, presi in carico da Ecofor.
Rosettano Navarra, titolare dell’azienda ciociara, è anche socio con Ecofor della Pontedera Calcio, dopo aver rilevato le quote societarie del Comune stesso.
Rossano Signorini, AD di Ecofor, ha accettato un colloquio telefonico.
- “L’inchiesta ha appurato che quei rifiuti speciali provenienti da Ceccano non erano stati trattati dal depuratore, essendo stato loro assegnato un codice CER fasullo, che conferiva lo status di non nocività.
Perché li avete presi a carico?
R: “tra giugno 2019 e gennaio 2021, abbiamo ricevuto 900 tonnellate circa di fanghi generati dal depuratore di Ceccano; per tali rifiuti la società ha svolto le analisi e i controlli previsti dai propri protocolli interni. Noi trattiamo annualmente una media di 220.000 tonnellate di rifiuti annui, speciali e non.
Per cui il caso in esame si riferisce a una percentuale inferiore a un millesimo dei quantitativi autorizzati per l’impianto di Pontedera.
I primi due carichi sono stati ammessi, mentre il terzo è stato respinto poiché presentava parametri fuori norma (presenza di metalli pesanti) secondo la normativa vigente.
D: “Nel terzo carico che avete rifiutato c’era del Keu?”
R: “No. In ogni caso noi non prendiamo rifiuti pericolosi che non siano stati preventivamente trattati con regolare certificazione”.
D: “Come intendete regolarvi con il Keu interrato nel Green Park dal momento che il Comune è azionista di Ecofor?”
R: “Come già detto, noi non lo prenderemo in discarica, a meno che venga reso inerte e certificato come tale. Sappiamo che Green Park ha svolto pratiche di campionatura giorni fa per valutare la possibilità di trattare il Keu in impianti a loro collegati, ma Lei deve contattare la proprietà a riguardo. Abbiamo comunque notificato alla Procura della Repubblica il risultato delle analisi”.
Da informazioni raccolte, Asso Costruzioni avrebbe un impianto specifico per rifiuti speciali a San Giuliano Terme.
Signorini lo scorso anno aveva già rilasciato una dichiarazione similare.
Il sistema Peccioli
Il connubio tra giunta e ciclo rifiuti a Peccioli, è tutt’uno con la Belvedere Spa, proprietaria della discarica di Legoli, la più grande della Toscana: 4 milioni di metri cubi, che nel 2021 ha fatturato quasi 43 milioni di euro. Il Comune controlla il 100% del pacchetto azionario, amministratore unico il sindaco Renzo Macelloni.
https://www.companyreports.it/belvedere_spa-01404590505/
Peccioli ha meno di 5.000 abitanti.
Legambiente Valdera è riuscita a bloccare in Regione una proposta di ampliamento che avrebbe raddoppiato le cubature, aumentando in maniera esponenziale la contaminazione del territorio. Donatella Falcioni come rappresentante della Ong ha sottolineato “che sarebbe importante sapere se la Belvedere SpA abbia accantonato quanto prevede la legge per il post mortem della discarica, a fronte di altri tentativi di ampliamenti e conferimento di rifiuti speciali, visto che in quasi tutti i comuni della Valdera si arriva all’80% di raccolta differenziata, per cui le discariche avrebbero terminato il loro ciclo”.
Chi controlla eventuali abusi su questa mole enorme di monnezza, se la stessa amministrazione comunale è titolare del business?
Per non farsi mancare niente, nonostante l’annunciata bonifica dell’adiacente agriturismo I Lecci, sembra che il Keu sia stato cementificato in situ, con una tecnica suggerita da uno studio finanziato, guarda caso, dallo stesso Comune.https://www.ecodibergamo.it/stories/ambiente-e-energia/ambiente-metodo-peccioli-bonifica-inquinamento-keu-o_1444351_11/.
Arpat Toscana avrebbe avallato tale procedura. Il nuovo direttore Rubellini è stato scelto dal presidente di Regione Eugenio Giani, coinvolto nella precedente inchiesta.https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/04/inchiesta-rifiuti-dalle-concerie-le-cosiddette-autorita-sono-ancora-al-loro-posto/7148509/
Ciò potrebbe aumentare il rischio del percolato, e la conseguente trasformazione cancerogena del cromo a contatto con piogge e umidità, come già concluso dallo studio di Pisa.
Conclusioni
La legge 215/2004 che dovrebbe regolare il conflitto d’interesse in Italia, lo ha in pratica depenalizzato,
“grazie” alle alleanze intessute da B. proprio con il centrosinistra, da Massimo D’Alema fino al Patto del Nazareno con Renzi.
https://www.thegoodlobby.it/legge-sul-conflitto-intervista-emiliano-di-carlo/
Per cui i casi che ho descritto sono ormai “normalizzati” e non fanno più notizia; tuttavia i rischi legati alle loro conseguenze, sono ben presenti e attuali. Se come ha puntualizzato l’AD di Ecofor, il Keu in discarica non va se non reso inerte, il dilemma per i Comuni della Valdera è chi dovrà svolgere il trattamento, dato che a Santa Croce questo scarto di produzione veniva certificato con parametri falsati.
Intanto Il sindaco di Pontedera Matteo Franconi, ha già dato la sua disponibilità – avallata dal PD – per la prossima candidatura alle Comunali 2024. Il punto è che il Comune non ha usato i soldi incassati dal dividendo Ecofor per rimuovere il Keu, continuando però a svolgere azione di proselitismo a favore dell’azienda con cui è in società.
Per cui dovrà ricorrere ai prelievi fiscali degli amministrati per la bonifica. Che prima o poi andrà comunque fatta.
(Testi e foto © F. Bacchetta – ringrazio per la collaborazione: Assemblea Permanente No Keu Empoli, Associazione La Rossa, Legambiente Valdera, No Valdera Avvelenata, Presidio Civico Pontedera)
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