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Cinecittà occupata. Il conflitto non è una fiction

“Cinecittà bene comune – X Municipio”, e “Salviamo Cinecittà da cemento e licenziamenti”. Un gruppo di lavoratori e lavoratrici sta occupando gli studios romani di Cinecittà per protestare contro il piano di dismissione industriale, che prevede l’esternalizzazione di molte delle attuali attività e numerosi licenziamenti. I lavoratori delle aziende Cinecittà Studios e Cinecittà Digital Studios hanno così iniziato una occupazione di parte della storica area per la produzione cinematografica.

La decisione di occupare è arrivata dopo la partecipata assemblea alla quale hanno preso parte i lavoratori di entrambe le società che lavorano a Cinecittà: da tempo chiedono maggiori chiarezza e garanzie in merito alla riorganizzazione degli studios, e di fronte al silenzio che è sempre stato opposto alle loro richieste, hanno proclamato cinque giorni di sciopero e l’occupazione degli storici stabilimenti della Hollywood italiana. I lavoratori si sentono minacciati dal piano industriale di Italian Entertainment Group (I.E.G.), presentato il 14 maggio scorso. Secondo questo piano, decine di lavoratori saranno prestati ad altre aziende, alcuni (gli scenotecnici) saranno allontanati dai teatri di posa per spostarsi sulla Pontina negli ex studi di De Laurentiis, dove è prevista la realizzazione di un parco a tema, ad altri spetta la cassa integrazione. E nel tempio del cinema, a quel punto svuotato, i vertici pianificano di costruire alberghi, sale fitness e parcheggi “per il rilancio”.

Le poche certezze rispetto al piano di dismissione parlano di decine di trasferimenti di lavoratori e di altrettanti licenziamenti, che, sommati all’esternalizzazione di diverse attività ad aziende esterne, porterebbero di fatto alla fine delle attività produttive di Cinecittà.

Per il 10 Luglio è previsto un incontro con il Ministero dei Beni Culturali ma i lavoratori e le lavoratrici di Cinecittà promettono che, se non ci saranno effettivi segnali di cambiamento nelle politiche promosse dai vertici, questi cinque giorni di sciopero saranno solo l’inizio di ulteriori mobilitazioni. Dal governo i segnali che sono arrivati fino ad ora sono negativi. “Lo Stato non può intervenire in questa vicenda” Il ministro Ornaghi, il 28 giugno scorso, ha risposto così all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Pd Vincenzo Vita: All’interno di Cinecittà Studios “operano due soggetti societari: da una parte una interamente pubblica, dall’altra parte una privata che opera nel campo industriale e commerciale della produzione cinematografica, e cioé Cinecittà Studios Spa, della quale lo Stato indirettamente, attraverso Cinecittà Luce Spa, ha solo la partecipazione di minoranza di circa il 20%. In quanto società privata obbedisce alle ‘logiche’ o ‘interessi’ di mercato e di concorrenza in un settore produttivo. E’ evidente che rispetto all’operatività di questa seconda società, quella privata, il ministero non può svolgere interventi di tipo dirigistico né può essere chiamato a rispondere direttamente alle scelte gestionali più specifiche di questo soggetto imprenditoriale. Anche se certamente come socio di minoranza il ministero svolge un suo ruolo e non intende sottrarsi ai propri compiti istituzionali”. Un brutto segnale.

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