Per definizione i “tecnici” sono funzionari privi di autonomia critica verso il sapere che applicano. Li si potrebbe definire tranquillamente “esperti in problemi già risolti”, dotati di un campionario di soluzioni applicative che non prevedono alternative, quindi assolutamente tetragoni verso quel sapere che permette di individuare le soluzioni per problemi nuovi o irrisolti. In primis – tra le scienze umanistiche – la filosofia; ovvero l’equivalente della fisica teorica nel campo delle “scienze dure”. Il caso dell’Istituto di studi filosifici di Napoli è addirittura paradigmatico. Questa veneranda istituzione custodisce oltre trecentomila volumi in buona parte antichi, introvabili, da conservare con attenzione e cura. Un’attività che non produce reddito immediato, anzi concuma risorse finanziarie (peraltro molto poche), ma da cui è lecito attendersi un ritorno non quantificabile a priori in termini di competenze mature, abilità interpretative, sapere critico. Tra quel mare di libri ci sono edizioni originali di Benedetto Croce, Giordano Bruno, ecc. Tesori ora destinati ad un deposito di Casoria, dove senza cura marciranno magari in pochi mesi. Il tutto perchè – dice Gerardo Marotta, anima dell’Istituto, che ha venduto tutti i suoi beni e ha contratto debiti per salvare i preziosi volumi – non ci sono più soldi per pagare l’affitto e dalle istituzioni non arriva alcun sostegno. «Il Governo ci ha tagliato tutti i fondi». Qui riportiamo il pezzo dedicatogli dal sito www.fanpage.it e l’intervista che gli ha concesso.
Sfrattata la biblioteca dell’istituto per gli studi filosofici di Napoli
Trecentomila volumi preziosi per la storia del pensiero filosofico napoletano, italiano ed europeo saranno rinchiusi in un capannone e resi inaccessibili ai giovani ricercatori partenopei. L’Istituto italiano per gli studi filosofici non ha più i soldi per pagare il fitto dei locali, mentre la delibera regionale che dovrebbe fornire una nuova biblioteca non è ancora applicata.
La storia della Napoli intellettuale, del pensiero del Mezzogiorno, rischia di rimanere chiusa in un magazzino di Casoria. I trecentomila volumi dell’Istituto italiano per gli studi filosofici, fino ad oggi allocati in locali di fortuna nei pressi di Palazzo Serra di Cassano a via Monte di Dio, vengono in questi giorni trasferiti nella provincia partenopea, fuori dalla disponibilità di studenti e ricercatori. Accade perché l’Istituto non riceve più fondi dal Governo e non è in grado di sostenere ulteriori fitti, mentre la delibera della Regione Campania per la realizzazione di una biblioteca ad hoc giace non attuata.
La biblioteca dell’Istituto è stata messa in piedi dal noto intellettuale napoletano, avvocato Gerardo Marotta. Un’istituzione nel capoluogo partenopeo, le cui Assise sono il punto di riferimento del pensiero scientifico e filosofico napoletano. L’avvocato ha venduto tutti i suoi beni di famiglia e contratto numerosi debiti per salvare i preziosi volumi, pagando di tasca propria i costosi affitti dei locali. Si parla di edizioni originali di Benedetto Croce, Giordano Bruno e altri giganti del pensiero italiano ed europeo. L’Unesco ha dichiarato l’Istituto un bene fondamentale per l’umanità, mentre numerosi filosofi e studiosi internazionali hanno gridato allo “scandalo” per l’incuria con cui il governo italiano tratta i propri patrimoni. “Abbiamo tutto quello che serve ai giovani per ricostruire la storia – ci dice l’avvocato Marotta – Io ho aperto duecento scuole in tutto il Mezzogiorno per la riscoperta del pensiero filosofico di questi illustri maestri, ovunque sono accorse centinaia di persone”. Tutti i decreti con cui il Governo conferisce fondi straordinari agli istituti culturali sono stati rinnovati con tagli minimi, soltanto quello per l’Istituto per gli studi filosofici è stato totalmente annullato. “Sono stati i cosiddetti uomini di cultura napoletani a fermare il Ministero prima che ci prorogasse il finanziamento” afferma Marotta.
Napoli non è una città per giovani, dice il venerando Marotta. “Napoli non riesce a esprimere una classe dirigente veramente nuova, anche chi va al potere come rivoluzionario deve accordarsi subito con le altre forze politiche, subendo le loro richieste come tangenti. La vera cultura non è il grande evento, la festa farina e forca”. “Il governo tedesco mi ha conferito il premio Goethe – conclude l’avvocato –mentre Napoli non mi ha dato niente… ha soltanto paura dell’Istituto”.
Appello della Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie in favore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici il comitato direttivo della fédération internationale des sociétés de philosophie riunito a ischia nei giorni 6 e 7 aprile per la riunione annuale ha approvato all’unanimità un appello a favore dell’istituto italiano per gli studi filosofici
Il Comitato Direttivo della Federazione mondiale delle società di filosofia (FISP) rivolge un saluto al Presidente della Repubblica Italiana, alle Città di Ischia e di Napoli e all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Il processo di globalizzazione economica, sociale e culturale in corso su scala internazionale segna un momento di crisi dei modelli di sviluppo messi in atto sino ad oggi nelle differenti regioni del pianeta. L’accresciuta interazione tra sistemi di idee e di valori, tradizioni culturali e forme di organizzazione politica e sociale richiede una nuova capacità di analisi di tali nuovi fenomeni e la capacità di individuare rapidamente i problemi che si pongono a queste nuove modalità di coesistenza umana.
L’analisi filosofica dei processi in cui si articola il mondo globalizzato è uno strumento fondamentale per comprendere le radici della diversità umana e contribuire a definire sul piano sociale, etico e culturale, le strategie più appropriate ad assicurare un’integrazione pacifica tra i popoli.
Per questo motivo, e data l’importanza capitale della riflessione filosofica nel mondo di oggi e negli anni a venire, appare particolarmente urgente rivolgersi ai responsabili culturali e politici, ai decision-makers, agli organi di informazione e a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del pensiero filosofico e sono consapevoli della sua importanza per comprendere il mondo che si sta formando, affinché sostengano centri di cultura, quale l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che di tale compito si fanno quotidianamente interpreti.
L’opera dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici riveste oggi un’importanza cruciale non solo per l’alta qualità delle sue attività e per lo sviluppo intellettuale del territorio in cui si trova, ma anche per la capacità, acquisita nel corso della propria più che trentennale esistenza, di rappresentare un punto di riferimento internazionale per la riflessione filosofica e scientifica riunendo attorno a sé una rete internazionale di contatti scientifici, culturali e umani. L’Istituto appartiene a quella ristretta cerchia di centri d’eccellenza che svolgono una funzione essenziale per il mondo contemporaneo, operando incessantemente per un’educazione libera e democratica, per lo sviluppo delle scienze sociali e umane e per una migliore comprensione reciproca tra i popoli e le culture. Ma l’Istituto è anche un polo di ricerca di eccellenza nel campo dei problemi teorici delle scienze naturali. Sono stati promossi dall’Istituto convegni con i più eminenti specialisti internazionali dei campi più avanzati dei vari settori scientifici, i quali ne hanno riconosciuto l’insostituibile funzione per la circolazione e il confronto dei risultati della ricerca di base, della fisica teorica in particolare e delle scienze naturali in genere. Il programma dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si basa sulla consapevolezza dell’unità e dell’intima connessione fra le scienze. La ricerca dell’unità delle scienze è stata una delle ragioni che ne hanno motivato la fondazione, avvenuta nel 1975, ed ispirato gli appelli per la filosofia e la ricerca umanistica e scientifica che hanno riscosso l’approvazione del Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Samuel R. Insanally e della Commissione Cultura del Parlamento Europeo. Mettere a rischio la sussistenza dell’Istituto e la sua possibilità di svolgere l’attività significa sottrarre all’intera comunità internazionale un polo di ricerca e di riflessione di eccezionale rilievo, e privare l’Italia di un centro di attrazione scientifica come pochi eguali nel mondo.
Il nostro auspicio è che l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, una colonna della Repubblica Italiana, possa continuare a svolgere la propria azione con la massima libertà e indipendenza, e che possa disporre di mezzi adeguati alla propria missione, nello spirito di autonomia e cooperazione internazionale che lo caratterizzano sin dalla sua costituzione.
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